L'America inventata da un poeta alsaziano

L'America inventata da un poeta alsaziano L'ha scoperto uno scrittore di Friburgo, studiando la mappa del 1507 in cui il nome compare per la prima volta L'America inventata da un poeta alsaziano Matthias Ringmann, ammiratore di Vespucci, influenzò il cartografo BONN HE effetto ci farebbe se oggi invece degli Usa ci fossero gli Use, gli United _ States of Columbia? O se si parlasse dell'Amerigen invece che dell'America? Il nome America viene dal navigatore Amerigo Vespucci, ma come mai Cristoforo Colombo fu privato dell'onore di dare il suo nome alle nuove terre? Il caso, sostiene il giovane germanista e scrittore di Friburgo Andreas Venzke, assunse le spoglie di due ignoti tedeschi vissuti nel Cinquecento, Matthias Ringmann e Martin Waldseemùller. Matthias Ringmann era un poeta alsaziano, nato nel 1482, che in onore dei suoi monti natii si era dato il nome dotto di Phile- sius Vogesigena. Era appassionato delle gesta di Vespucci e fu lui a tradurre in tedesco la sua Lettera sul nuovo mondo, pubblicata in edizione tedesca nel 1506 a Strasburgo. Ed era un amico di Martin Waldseemùller, un cartografo di cui non si conosce molto. Nel 1507 Ringmann e Wald- seemùller pubblicarono una nuova carta geografica mondiale, un'opera enorme che misurava tre metri quadrati, accompagnata da una Introduzione alla cartografia e da una relazione di Amerigo Vespucci sui suoi quattro viaggi nel nuovo mondo. E' su questa carta geografica che appare per la prima volta il nome «America». E' scritto in piccolo, quasi a denotare una certa titubanza da parte dell'accurato cartografo a usare un nome sorto dal nulla, o meglio nato dalla fantasia del suo amico poeta. Questi aveva motivato così la sua scelta: «Poiché queste zone sono effettivamente state esplorate e poiché un'ulteriore quarta parte è stata scoperta da Amerigo Vespucci... non vedo perché non dovrebbero essere denominate secondo il proprio scopritore, un uomo dallo straordinario acume: "Amerigen" (terra di Amerigo) o "America", perché sia l'Europa sia l'Asia hanno ricevuto i loro nomi da donne». Il nome piacque. Solo dieci anni dopo questa prima cartina, veniva comunemente usato nel¬ le cerchie di eruditi e tutti i successivi cartografi avevano ripreso la denominazione. A nulla valse la reticenza dello stesso Waldseemùller che, evidentemente non convinto, si astenne dal riproporlo nelle carte geografiche da lui stampate dopo la morte dell'amico. «Fu un nome nato da premesse sbagliate», ammette Venzke, ma «scelto con notevole sensibilità linguistica». Non si può negare che suoni bene. Ma c'è anche un altro motivo che non rende del tutto ingiustificata l'usurpazione del nome, sostiene Venzke. Amerigo Vespucci, anche se non fu lui a scoprire l'America, fu però il primo a intuire e a affermare pubblicamente che le terre scoperte erano una parte del mondo sco¬ nosciuta della quale non si sospettava l'esistenza. «Delle nuove isole e delle terre recentemente scoperte dal re del Portogallo», inizia la sua lettera sul Mundus Novus. E non a caso fu lui e non Colombo a affascinare la fantasia del poeta Ringmann che volle tradurre la lettera soprattutto per «far capire al semplice popolo l'importanza dei nuovi eventi». Nel Medioevo, dice Venzke, ci fu una quasi totale mancanza di «coscienza della storia», gli avvenimenti e le imprese cadevano rapidamente nell'oblio e non sempre venivano compresi nella loro piena portata. La fama di Cristoforo Colombo per esempio si esaurì presto e quando il 20 maggio 1506 morì in Spagna a Valladolid la sua morte passò inosservata, anzi non fu neanche riportata nel registro delle morti della città e persino il suo biografo Petrus Martyr che aveva raccontato le sue imprese la menziona quasi accidentalmente. «Il suo nome fu dimenticato rapidamente e non stupisce l'errore di Matthias Ringmann», conclude Venzke, il quale invece a Colombo si è interessato tanto da scriverne la biografia (pubblicata in questi giorni in Germania da Benziger con il titolo Lo scopritore dell'America) nella quale cerca di dare un'immagine nuova del navigatore genovese: separare la realtà dalla leggenda. Francesca Predazzi «Denominiamo queste zone secondo il loro scopritore, uomo di straordinario acume: Amerigen, terra di Amerigo» Amerigo Vespucci: fu il primo a intuire che le terre da lui esplorate erano un Nuovo Mondo