Il professore si arma e uccide due volte

Il professore si arma e uccide due volte Bologna, insegnante ammazza i vicini di casa: mi disturbavano, non li sopportavo più Il professore si arma e uccide due volte L'agguato in garage, poi si è costituito ai carabinieri Le vittime sono un giovane commercialista e la madre BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I rumori provenienti dal piano di sopra erano diventati un'ossessione. «Ho la testa che mi scoppia», ripeteva spesso Carlo Cremonini, 38 anni, insegnante plurilaureato, che una banale lite condominiale ha trasformato in un duplice omicida. Ieri mattina, di buon'ora, ha vestito i panni dell'assassino ed è andato incontro alle sue vittime con un'Astra cai. 9, regolarmente denunciata. Ha atteso nei sotterranei del condominio e, poco prima delle 8,30, ha scaricato l'intero caricatore della pistola contro Giampiero Fieni, commercialista di 28 anni, e la madre Lina Pomante, di 55, impiegata delle Poste, che abitavano al piano di sopra del suo appartamento. Un delitto assurdo, maturato dopo anni di litigi e banali incomprensioni da convivenza forzata in un condominio: il volume della tv troppo alto, un paio di zoccoli che martellano il pavimento, lo sciaquone del bagno usato in orari notturni. Le liti si erano presto dimostrate non ricucibili: c'erano state querele e controquerele finché non si era passati alle mani. Proprio martedì scorso, la Corte di Cassazione aveva confermato la condanna a 6 mesi di Cremonini (la pena era stata sospesa con la condizionale) per aver aggredito Fu- rio Fieni, direttore dell'ufficio postale che si trova davanti al tribunale di Bologna, rispettivamente padre e marito delle due vittime. Forse è stata proprio la notifica della condanna confermata ad innescare la spirale omicida. Teatro del dramma, un condominio della prima periferia di Bologna, in una delle zone meno popolari del quartiere San Ruffillo. Le terrazze dell'edificio si affacciano sui campi di un circolo tennistico. Tutt'intorno c'è del verde. Cremonini abita al quarto piano con il padre Guido e la madre. E' una persona tranquilla, che passa gran parte del suo tempo libero a studiare. Si è laureato in economia e commercio e fisica astronomica. Per alcuni anni ha fatto il commercialista, poi, alla libera professione, ha preferito l'insegnamento di ragioneria in un istituto tecnico. Ma al lavoro abbina, quasi ossessivamente, lo studio: aveva terminato da poco un dottorato di ricerca in fisica. I condòmini lo descrivono come un personaggio solitario, che ritiene di avere sempre ragione. Non propriamente un attaccabrighe, solo uno un po' prepotente. Ma nessuno poteva supporre che quei ripetuti richiami alla «rumorosa» famiglia Fieni (con il padre e le due vittime abitava anche la figlia più piccola, Sil¬ via, di 14 anni) sfociassero in una tragedia. Dopo aver sparato 14 colpi da un paio di metri di distanza, Cremonini è uscito dal garage lasciandosi alle spalle i colpi trucidati. Poi, a piedi, è arrivato fino alla vicina stazione dei carabinieri di San Ruffillo. Ha passeggiato per qualche minuto fuori dalla caserma, infine si è avvicinato a due militari che stavano andando proprio sul luogo del delitto. «Guardate che c'entro pure io», ha detto calmo, ma confuso. Al magistrato che lo ha interrogato, il sostituto procuratore Massimiliano Serpi, l'uomo non è stato in grado di ricostruire l'azione omicida. Ha balbettato: «Penso di averli uccisi, ma non ricordo. So di avere preso la pistola e di essere uscito di casa». La pistola non è stata trovata, ma il guanto di paraffina inchioda Cremonini alle sue responsabilità. Al termine dell'interrogatorio, il giudice lo ha posto in stato di fermo per duplice omicidio volontario. Nel pomeriggio, alle 15, è stato portato dai carabinieri in carcere. All'uscita dalla caserma si è coperto il volto con un giubbotto di jeans. Ha commentato il suo avvocato difensore, Alessandro Gamberini: «E' un dramma provocato dalla condizione alterata in cui si è trovato il giovane. All'origine di tutto c'è una vicenda di liti condominiali che non meriterebbe storia, una vicenda come tante altre. Probabilmente ha inciso anche la notizia della condanna della Cassazione». Il padre di Cremonini, Guido, non ha voluto parlare con i cronisti. Anche la madre, che ha portato al figlio una valigia con alcuni panni e libri in caserma, ha preferito tacere. Furio Fieni ha appreso dell'uccisione dei famigliari mentre si trovava al lavoro. E' corso a casa ed è entrato nel garage di via Benedetto Marcello, dove i corpi della moglie e del figlio erano ancora riversi a terra, ricoperti di sangue. Marisa Ortolani I cadaveri di Giampiero Fieni (28 anni) e della madre Lina Pomante (55 anni), assassinati da un vicino di casa, l'insegnante Carlo Cremonini. All'origine del delitto una banale lite condominiale che si trascinava dà molto tempo

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