Superprocura, si spacca il Csm di Ruggero Conteduca

Superprocura, si spacca il Csm Nessuna decisione dopo le audizioni: maratona notturna, pòi rinvio ad oggi Superprocura, si spacca il Csm Sfida fra Cordova e Falcone ROMA. Un'intera giornata di audizione, ad ascoltare i programmi dei candidati. A notte fonda ancora nessuna decisione ufficiale: sul nome del superprocuratore antimafia la commissione incarichi direttivi del Csm è profondamente spaccata. Infine il rinvio ad oggi. Due i supercandidati. Giovanni Falcone, direttore degli affari penali del ministero di Grazia e giustizia, e Agostino Cordova, procuratore della Repubblica a Palmi. Ma non è escluso che un terzo nome possa aggiungersi, a sorpresa. La posta in palio è alta e perciò le schiere dei sostenitori più agguerrite. Da una parte c'è il più famoso dei giudici antimafia, sostenuto dalle correnti più moderate dei giudici e dai laici socialisti; dall'altra Agostino Cordova, con una lunga esperienza in un distretto ad alta densità mafiosa, che gode dell'appoggio dei comunisti, di Magistratura democratica e dal rappresentante dei «verdi» in commissione. Alla fine entrambi saranno portati quali candidati al giudizio del plenum. Prima di allora, però, ci sarà un duro scoglio da superare: il «concerto» del ministro di Grazia e giustizia, Claudio Martelli. Sono ancora recenti le polemiche che su questo argomento hanno comtrapposto il Csm e il ministero. E' tuttora congelata la nomina di Pasquale Giardina a presidente della corte d'appello di Palermo, «bocciata» da Martelli che avrebbe preferito l'ex presidente del tribunale, Palmeri. Del caso dovrà ora occuparsi la Corte Costituzionale chiamata in causa proprio dai consiglieri del Csm. SulT'annuciato braccio di ferro delle correnti di magistrati sui nomi di Falcone e Cordova graverebbero, secondo alcuni, anche calcoli di natura elettorale. A fine marzo i quasi settemila giudici iscritti all'Associazione nazionale magistrati si recheranno alle urne per rinnovare il vertice del sindacato. Osteggiando Falcone, che al ministero, come direttore generale degli affari penali è uno dei diretti collaboratori dèi ministro Martelli, le correnti di sinistra della magistratura vorrebbero accreditarsi come le vere garanti dell'autonomia dei giudici. Questo il quadro che potrebbe però mutare quasi del tutto nel corso del plenum che verrà chiamato a scegliere il candidato finale. Nell'assemblea, al di là dello schieramento di correnti, ci sono togati che riconoscono a Falcone una maggiore attitudine, anche per le sue esperienze internazionali nella lotta alla mafia, a ricoprire un incarico così delicato. E ci sono altri giudici che, al di là delle considerazioni professionali, temono che un eccessivo potere finisca nelle mani di un «collaboratore» del ministro. In un clima da vero e proprio «esame di Stato» le audizioni hanno avuto inizio di prima mattina con l'ascolto di Francesco Amato, presidente del tribunale di Roma, Giancarlo Armati e Antonio Marini, entrambi sostituti procuratori a Roma, e Luigi Lombardini, procuratore delia Repubblica presso la pretura circondariale di Cagliari. Nel pomerigggio è toccato a Giovanni Falcone e Agostino Cordova. Con loro, sono sfilati dinanzi ai tavoli della commissione, presente anche il procuratore generale della Cassazione, Vittorio Sgroi, il consigliere della Suprema Corte, Italo Ormanni, il procuratore di Civitavecchia, Antonino Lojacono, e il sostituo procuratore generale di Palermo, Domenico Signorino. Al termine delle audizioni la commissione si è concessa una breve pausa prima di riprendere i lavori a oltranza. Tra i consiglieri che hanno assistito ai colloqui sono state ricavate impressioni positive sulle audizioni di Cordova e Signorino. Quanto a Falcone, si è trattato da parte sua, è stato detto, soprattutto di una «difesa tecnica del provvedimento del governo» fatta con l'obiettivo di rassicurare il Csm sull'indipendenza del superprocuratore e della struttura da lui diretta. In una breve dichiarazione il procuratore di Palmi, a proposito del paventato pericolo di dipendenza dal potere politico, ha detto.che «in astratto il rischio c'è per qualunque posto di questo genere». Ruggero Conteduca L'incertezza fra i giudici forse sarà risolta dal plenum Ma oggi potrebbe spuntare un terzo candidato a sorpresa A sinistra Giovanni Falcone, sopra il giudice Agostino Cordova, procuratore della Repubblica a Palmi