Guarnigione in ostaggio

Guarnigione in ostaggio Guarnigione in ostaggio L'Armata agli azeri: ora basta, reagiremo MOSCA. Le truppe ex sovietiche di stanza nel Nagorno-Karabakh hanno ricevuto da Mosca l'ordine di rispondere al fuoco se saranno ancora sparati colpi sugli impianti e sul personale di servizio della Csi. Lo ha riferito la Itar-Tass. Finora le truppe comunitarie hanno osservato una neutralità assoluta nel conflitto. Al quotidiano «Izvestia» il maresciallo Shaposhnikov, capo delle forze armate della Csi, ha dichiarato che «se parte ancora un solo colpo contro di noi, ci sarà una replica nella direzione del punto di fuoco ostile». Tra i 16 morti dell'altro giorno nel Nagorno c'è un soldato della Csi e tra i 46 feriti ci sono altri tre militari in fin di vita. In Azerbaigian i militanti azeri hanno aumentato gli assalti contro installazioni militari ex sovietiche per impadronirsi di armi e munizioni. Ieri è stato assaltato un deposito nella città di Agdam e i militari sono stati portati via come ostaggi assieme alle famiglie. A Baku, la capitale, ci sono stati ieri numerosi attacchi a veicoli militari della Csi, anche all'auto del generale Popov, comandante della 4a armata. «Il 366° reggimento - ex sovietico - non lascia Stepanakert», il capoluogo del Nagorno, ha scritto Izvestia, «perché la popolazione ha minacciato di mettersi davanti ai cingoli dei blindati per impedirne la partenza, le truppe ex sovietiche sono l'unica speranza contro la minaccia di sterminio degli armeni da parte degli azeri». (Ansa]

Persone citate: Popov, Shaposhnikov

Luoghi citati: Azerbaigian, Baku, Mosca