Tempesta su Saddam atto secondo di Franco Pantarelli

Tempesta su Saddam atto secondo Tempesta su Saddam atto secondo Agenti Usa e alleati già in Iraq per rovesciare ilraìss NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Il piano anti-Saddam di cui si parla da tempo senbra essere andato avanti. Anzi, stando a informazioni raccolte da un giornale arabo sarebbe entrato nella sua «fase esecutiva». Il piano, come è stato rivelato a suo tempo, consiste nel mettere in piedi dei focolai di ribellione nel Nord e nel Sud dell'Iraq, in modo che Saddam Hussein, impossibilitato a far intervenire la sua forza aerea (per la quale esiste ancora il divieto di entrare in azione e gli americani presenti nella zona sono ben decisi a farlo rispettare), sarebbe costretto a spostare via terra le sue «truppe.scelte» di stanza a Baghdad. Questo lo renderebbe vulnerabile di fronte a un tentativo dei suoi stessi ufficiali di scalzarlo dal potere, anche perché nel frattempo saranno stati «avvicinati» da agenti filo-occidentali. Ebbene, secondo il giornale «Al-Hayat», che si pubblica in arabo a Londra e viene diffuso in vari Paesi dell'area del Golfo, l'ingresso nella «fase esecutiva» sarebbe già avvenuto attraverso l'infiltrazione di uomini nelle forze armate irachene e nei loro servizi segreti. In pratica, si tratterebbe della preparazione dell'eventuale golpe da compiere a Baghdad, una volta che la «Guardia Repubblicana» sarà stata costretta a lasciare la capitale per affrontare i focolai di ribellione al Sud e al Nord di cui si diceva. Se la notizia è vera (e il giornale che la riporta cita fonti «ame- ricane e britanniche»), questo contro Saddam Hussein si caratterizza sempre più come un «complotto annunciato», cioè un'azione che gli Stati Uniti non sentono minimamente il bisogno di nascondere. Così si spiegherebbe il fatto che lo stesso capo della Cia, Robert Gates, non abbia fatto nulla per nascondere il viaggio compiuto recentemente in Egitto, Arabia Saudita e Israele proprio per discutere questo piano, e il fatto che un funzionario del Dipartimento di Stato, senza neanche pretendere l'anonimato (si chiama Edward Djerejian) abbia detto apertamente l'altro giorno che l'«auspicio» di Washington è che Saddam venga deposto e che «a tal fine» il governo Usa mantiene stretti contatti con l'opposizione irachena in esilio. In concomitanza con le notizie date da ((Al-Hayat» sulle infiltrazioni già.avvenute nell'esercito e nei servizi segreti iracheni, ecco poi la radio di Baghdad denunciare proprio delle infiltrazioni di sabotatori. Oggetto delle accuse irachene, tuttavia, non sono gli Stati Uniti o l'Arabia Saudita (cioè coloro che secondo quanto ha rivelato recentemente il «New York Times» stanno lavorando alacremente al piano), bensì l'Iran. Secondo radio Baghdad, con la scusa di inviare «aiuti umanitari» (una distribuzione di farina nella città di Amara, al confine fra i due paesi), gli iraniani stanno spedendo in territorio iracheno gente incaricata di compiere «atti terroristici». In quel carico di farina, infatti, sarebbero state nascoste delle armi. Naturalmente quella irachena può essere una mossa propagandistica per scaricare sull'esterno la responsabilità di atti antigovernativi, ma il fatto che quella denuncia sia contemporanea alle notizie su ciò che Stati Uniti e Arabia Saudita stanno preparando le conferisce una certa credibilità. E sempre in tema di ciò che si sta «muovendo» attorno a Saddam Hussein, c'è da segnalare il pubblico appello alla ribellione lanciato, anch'esso ieri, da Mohamed Bagnar Al-Hakim, uno dei principali esponenti in esilio degli sciiti iracheni. Al-Hakim parla di «guerra santa» contro Saddam Hussein e della necessità di «tenere al di fuori qualsiasi intervento o complotto esterno». E la prima idea che le sue parole suscitano è che ci sia a questo punto una sorta di competizione fra le varie forze che hanno interesse a veder cadere il dittatore Saddam Hussein: filo-occidentali da una parte, integralisti islamici dall'altra. Franco Pantarelli II dittatore iracheno Saddam Hussein Contro di lui si stanno coalizzando le opposizioni filo-americana e integralista