Il caso Borghini divide il pds

Il caso Borghini divide il pds I PARTITI IN CAMPAGNA ELETTORALE A Botteghe Oscure si discutono le liste: conflitti sui candidati riformisti Il caso Borghini divide il pds Rischia l'esclusione il fratello del sindaco di Milano ROMA. Il destino politico di Gianfranco Borghini - fratello gemello di Giampiero, il sindaco di Milano - è il nuovo caso che divide il pds. Ieri, per più di dieci ore, le correnti della Quercia si sono riunite a Botteghe Oscure per tentare di risolvere le grane ancora aperte nella formazione delle liste e la riunione della direzione, slittata di tre ore, è proseguita nel corso della serata. Il caso più difficile è proprio quello di Borghini. I riformisti di Giorgio Napolitano chiedono che Gianfranco Borghini, deputato uscente e nel 1987 primo eletto nel collegio di Bergamo-Brescia, sia confermato come capolista. Un'indicazione che non va giù agli occhettiani, che preferirebbero in testa alla lista Chicco Testa (oppure il riformista Luciano Lama) e che, in ogni caso, si fanno forti delle indicazioni delle federazioni locali: «Con Borghini perdiamo voti». Questo il tam-tam che arriva dalla Lombardia e che è avvalorato da dichiarazioni di dirigenti locali. Ma il caso è delicato, soprattutto per il ruolo di frontiera del gruppo dei lombardi ultrariformisti di cui fa parte Gianfranco Borghini. Il fratello gemello ha già lasciato il pds (diventando subito sindaco di Milano), Luigi Corbani ha fondato un movimento che guarda al psi; e ora, se la direzione del pds dovesse votare l'esclusione di Gianfranco Borghini, si andrebbe verso un esaurimento del drappello degli ultra lombardi. E davanti alla voce - fatta circolare ieri - di una possibile candidatura di ripiego a Milano (e quindi di una campagna elettorale fratricida) Gianfranco Borghini avrebbe fatto sapere che, in quel caso, rinuncerebbe a presentarsi. Nelle liste, che verranno varate oggi, ci sono due novità: le candidature dell'attore Gian Maria Volontà e del giornalista Alberto Jacoviello. Nella relazione che ha aperto la direzione, Massimo D'Alema avrebbe proposto una mediazione pei»il caso più spinoso, quello del capolista a Palermo: al primo posto Emanuele Macaluso, imo dei leader della corrente riformista, e al secondo Pietro Folena, ex segreterio del pds siciliano. Per tutta la giornata di ieri si è trattato per risolvere i casi più difficili: trovare un collegio sicuro per Claudio Petruccioli, il principale collaboratore di Occhetto (dovrebbe avere un collegio senatoriale in Lombardia), per il ministro-ombra Cesare Salvi (andrà anche lui al Senato, nel collegio di Civitavecchia), mentre è ancora incerto il destino di Giuseppe Boffa. Confermata anche l'esclusione dalle liste del senatore sardo Francesco Macis, presidente del comitato per i procedimenti di accusa, (f.mar.)