Gladio, tolta a Padova anche l'ultima inchiesta
Gladio, tolta a Padova anche l'ultima inchiesta Passa alla Procura militare di Roma Gladio, tolta a Padova anche l'ultima inchiesta Segue la sorte del «filone civile» I magistrati protestano con il Csm PADOVA. L'inchiesta militare su «Gladio» è stata trasferita da Padova a Roma per incompetenza territoriale. La decisione è stata presa dal procuratore capo militare di Padova. Nei giorni scorsi il procuratore capo di Roma Ugo Giudiceandrea aveva chiesto l'archiviazione per il filone «civile» dell'inchiesta. Il provvedimento della procura militare padovana ha suscitato le critiche dei magistrati che conducevano l'inchiesta, Benedetto Roberti e Sergio Dini, che lamentano di essere stati estromessi senza essere consultati. Roberti e Dini, mentre sollecitano una revoca scritta, hanno annunciato che presenteranno un esposto al Csm. Roberti era stato interrogato l'I 1 febbraio scorso dai magistrati romani Franco Ionta e Nitto Palma per sette ore. A suo carico c'è un'informazione di garanzia per rivelazione di notizie di cui è stata vietata la divulgazione. All'origine, la cosiddetta «Operazione delfino» i cui documenti vennero sequestrati a Forte Braschi, sede del Sismi, dai giudici militari padovani. Presero tale decisione nel settembre scorso, dopo le relazioni del tenente colonnello dell'aeronautica Walter Bazzanella, già in servizio al Sismi, nominato esperto della Procura militare di Pado¬ va. Bazzanella ed Enzo Pugliese, direttore dell'agenzia «Punto critico», sono stati arrestati giorni fa per violazione del segreto di Stato, su ordine della magistratura romana. Anche l'ammiraglio Falco Accame, collaboratore di «Punto critico», è rimasto coinvolto nella vicenda con la perquisizione della sua abitazione. Roberti e Dini, a loro volta, conducendo l'inchiesta militare su Gladio, avevano emesso avvisi di garanzia per sei generali già responsabili dell'organizzazione: Gerardo Serravalle, Fausto Fortunato, Giuseppe Cismondi, Pietro Savoca, Giovanni Romeo e Bernardo de Bernardi Berni Buri. Il 12 febbraio il federalista europeo Roberto Cicciomessere si era autoaccusato, scagionando perciò i giudici militari di Padova, della rivelazione dei documenti concernenti 1'«Operazione delfino», fatta l'I 1 dicembre 1991 attraverso «Agorà», un'agenzia telematica di cui è responsabile. [Agi] Il giudice veneziano Felice Casson
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