La ballata degli sfrattati

La ballata degli sfrattati La ballata degli sfrattati Gli abusivi protestano dai cortili Le famiglie estromesse giovedì scorso dagli alloggi dell'Istituto case popolari, che avevano occupato abusivamente, cercano di scuotere l'opinione -pubblica. Ieri pomeriggio hanno organizzato uno spettacolo nel cortile dell'immobile di via San Massimo 31, che si affaccia anche su via Giolitti. Una grande casa ristrutturata negli anni scorsi con ingenti lavori e quasi interamente occupata con la forza dagli attuali inquilini, nei confronti dei quali è stata avviata un'azione giudiziaria. La manifestazione, però, non ha raggiunto lo scopo desiderato. Le quaranta famiglie che ancora hanno un tetto sulla testa non hanno dimostrato alcun interesse per i loro più sfortunati compagni di avventura che, quattro giorni fa, si sono trovati sul lastrico. Alle 17 Giusy Crapanzano e Franco Raguccia cominciano ad esibirsi come fanno da anni nei ristoranti della città per guadagnarsi da vivere. Giusy intona «Sciuri, sciuri» e Franco l'accompagna con la chitarra. Gli altoparlanti diffondono la musica e gli sfrattati alzano gli occhi ai balconi che corrono lungo la facciata interna del casone. Il deserto. Neanche un'occhiata per soddisfare la curiosità. Solo a un balcone del secondo piano ci sono quattro bambini, uno accanto all'altro, di altezza degradante. Il più alto supera con la testa la ringhiera. Si godono lo spettacolo. Gli uomini del gruppo sono avviliti. Ma nelle donne è rimasta la voglia di lottare. Una di queste, Maria, che ha tre figli, afferra il microfono e urla: «Fra poco toccherà a voi trovarvi in questa situazione. Non crediate che cantiamo perché siamo felici». I balconi però continuano a rimanere deserti. I vigili urbani, giovedì scorso, hanno liberato solo quattro alloggi. Uno di questi era occupato da Giusy che dice: «Per avere questa casa abbiamo pagato tutti, con soldi o con voti. Sono stati proprio quelli del Comune a dirci di venire qui. Non per nulla ci avevano allacciato sia la corrente elettrica che l'acqua». In quella casa ci sono ancora quaranta alloggi occupati abusivamente. In tutta la città sarebbero cinquecento gli alloggi dell'Istituto case popolari occupati. Le procedure di sgombero avviate sono circa un centinaio. Sono state temporaneamente sospese a causa del fréddo, ma solo per pochi giorni. : v . Arrivano altre famiglie, messe, fuori dagli alloggi di via Artom e di via Nicola Fabrizi. Arriva anche l'avvocato Mario Borghezio, consigliere comunale della Lega Nord, eh»ha deciso di prendere a cuore la loro sorte segnalando al sindaco, con una lettera, i casi più disperaci ìk Il parroco di San Remigio (via Artom) ha offerto ospitalità ai bambini sottraendoli ad una situazione disperata e sollevando, i genitori dalla paura di vedersi portar via i figli, visto che non possono disporre di una casa. •

Persone citate: Franco Raguccia, Giusy Crapanzano, Mario Borghezio