Riesplode la guerra dell'Acna

Riesplode la guerra dell'Acna Giornata di tensione al confine tra Piemonte e Liguria per la protesta contro l'inceneritore di Cengio Riesplode la guerra dell'Acna Corteo in Val Bormida, la polizia lo blocca CORTEMILIA DAL NOSTRO INVIATO Una volta era la Sipe (società italiana produzione esplosivi), costruita sulle rive del Bormida 110 anni or sono e subito fonte di problemi per i fumi e gli scarichi tossici. Un problema che si è protratto e moltiplicato col trascorrere degli anni: su un periodico dell'agosto 1916 si legge della «gravità dello inquinamento del Bormida, a causa della immissione diretta nelle acque del medesimo dei rifiuti e materiali tossici da parte del Dinamitificio Noebel di Cengio». Oggi è l'Acna, ma il problema è lo stesso, più grave, semmai. Sempre irrisolto. Se ne parla da oltre un secolo, da quattro anni la vicenda dell'Acna occupa periodicamente le prime pagine. Se ne sono interessati tutti: partiti politici, associazioni ambientaliste, scienziati, filosofi, sindacalisti, religiosi. Da quattro anni la popolazione della Valle Bormida cerca di far valere le proprie ragioni, lotta e si dispera per evitare che l'inquinamento continui, si batte per proteggere la propria integrità fisica, i campi coltivati, i vigneti. In tutto questo tempo lo stabilimento è stato aperto e chiuso più volte. E sull'altro versante della valle, quello ligure, altra gente si batte per il motivo opposto, protesta, si danna per proteggere il proprio posto di lavoro ed evitare che la fabbrica venga chiùsa definitivamente. Due regioni si fronteggiano in una «guerra fra poveri»: da una parte i piemontesi, contadini del Cuneese, daCortemilia a Saliceto, dall'altra i liguri, gli operai di Cengio e Millesimo. Ci sono famiglie divise da un odio assurdo: un fratello che coltiva le vigne a Monesiglio, un altro che lavora all'Acna di Cengio. Da anni non si parlano, non si scambiano auguri, ognuno ritenendo l'altro responsabile dei propri guai. Ci sonò bambini che non hanno mai visto il loro zio, di cui sentono parlare con astio, allevati nell'odio, nel rancore verso il «traditore». Sembra assurdo, ma questo accade in Piemonte e in Liguria, due delle regioni più progredite, alle soglie del Duemila, ad un anno dalla realizzazione della Comunità Europea. Ieri a Cortemilia questa guerra ha vissuto un'altra infelice giornata: orga nizzata dai sindaci della valle, dall'associazione Rinascita Valle Bormida e dal comitato albese anti «Be-sol», un inceneritore che secondo i tecnici dovrebbe ridurre il pericolo di inquina mento ma che viene osteggiato dagli agricoltori e dai viticoltori perché il fumo danneggerebbe in maniera irreparabile colture vigneti, circa cinquemila persone si sono radunate per parteci pare ad una manifestazione che avrebbe dovuto concludersi di fronte allo stabilimento Acna di Cengio. Manifestazione che era stata vietata, per motivi di ordine pubblico, dalla questura di Sa vona. Così fin dalle prime ore del mattino centinaia di poliziotti e carabinieri, in assetto antiguerriglia, hanno preso posizione lungo le strade dirette verso Cengio, bloccando i caselli autostradali di Montezemolo, Millesimo, Altare, presidiando la linea ferroviaria Torino-Savona. Cortemilia era un paese assediato, sorvolato dagli elicotteri, con posti di blocco sulle strade. Alle 13 il sindaco Giancarlo Veglio, preso atto della situazione, ha proposto ai manifestanti di andare al Santuario della Madonna del Todocco, dove nel '600 la popolazione andava in pellegrinaggio per chiedere protezione dalla pestilenza o da altri guai, «per dare una dimostrazione delle nostre intenzioni pacifiche, non cadere nella trappola della provocazione e dunostrare civilmente contro l'ennesima violenza nei nostri confronti». Proposta condivisa dalla maggioranza ma contestata platealmente da gruppùscoli di provocatori che sono stati ben presto isolati dagli stessi dimostranti. C'è stato qualche momento di tensione quando è arrivata l'on. Giovanna Tealdi, de, accolta con insulti, «bugiarda, venduta, traditrice», e schiaffeggiata da una donna. Uguale sorte è toccata poco dopo al senatore democristiano Natale Carlotto, esponente di spicco della Coldiretti di Cuneo. L'arrivo dei politici ha riacceso la scintilla dell'ira, i buoni propositi sono andati in fumo e tutti i dimostranti sono saliti sugli autobus al grido «andiamo a Saliceto», ultimo paese prime del «confine» con la Liguria. Attimi di grande tensione quando il corteo si è trovato di fronte ad un nutrito posto di blocco a Monesiglio. Il sindaco di Cortemilia, accompagnato dai sindaci degli altri paesi della Valle e da molti colleghi arrivati dall'Arnese, ha parlamentato con le forze dell'ordine e il corteo ha ottenuto il permesso di raggiungere Saliceto. Qui si è trovato di fronte ad uno sbarramento imponente: poliziotti e carabinieri con elmi e scudi, elicotteri che volteggiavano a bassa quota. Per fortuna è prevalso 0 buon senso: nella piazza del municipio il sindaco Veglio ha ribadito «il nostro desiderio di parlare con la gente di Cengio, coinvolgerli in questa lotta perché anche loro saranno bidonati, si troveranno senza posti di lavoro e non troveranno solidarietà». Altri oratori si sono avvicendati su un podio improv¬ visato su un camioncino: Lorenzo Tablino, del gruppo enologico di Alba, ha sottolineato quali gravi danni arrecherebbero ai viticoltori «i veleni dell'inceneritore, incompatibili con l'agricoltura pregiata delle Langhe e del Roero». Mentre la manifestazione si scioglieva pacificamente, Piergiorgio Giacchino, sindaco di Camerana, sorvolava col proprio aereo Cengio e lanciava diecimila volantini: «Amico di Cengio, l'inceneritore minaccia anche il tuo paese. Non porterà lavoro ma nuovi rischi. Gli interessi di pochi contro i diritti di tutti. Fai sentire la tua voce, opponiti ora, o sarà tardi». In qualche modo, insomma, la protesta dei piemontesi è arrivata in Liguria. Francesco Fornati Autostrada e ferrovia presidiate dagli agenti Fischi e insulti ai politici Un deputato de preso a schiaffi I cinquemila manifestanti della Val Bormida sono stati bloccati da un cordone della polizia a Saliceto, il paese al confine con la Liguria Giovanna Tealdi, deputata de, è stata schiaffeggiata da una donna. Fischi e insulti anche per gli altri politici presenti in Val Bormida Altra immagine della marcia di protesta contro l'Acna che vuole costruire un inceneritore a Cengio. Per i piemontesi inquinerebbe tutta la Langa

Persone citate: Altare, Giancarlo Veglio, Giovanna Tealdi, Lorenzo Tablino, Natale Carlotto, Piergiorgio Giacchino