L'industria investe sui killer
L'industria investe sui killer I consumatori fanno scegliere nuove rotte ai produttori di antiparassitari L'industria investe sui killer Allevati in fabbrica i nemici degli insetti dannosi TORINO.In Germania i prodotti dell'agricoltura biologica occupano il 15% del mercato agricolo nazionale, in Olanda si coltivano su 4 mila ettari; in Gran Bretagna prevedono che entro il '93 le superfici «biologiche» si estenderanno su 12 mila ettari. In Svizzera una delle maggiori catene di grandi magazzini (oltre 200 mila soci) ha da poco introdotto cibi biologici nei suoi negozi allo stesso prezzo di quelli analoghi ottenuti con l'agricoltura tradizionale. L'Italia è più indietro, ma si sta rapidamente aggiornando, con l'approvazione di una legge ad hoc e con l'intervento normativo di alcune regioni, tra cui il Piemonte. L'industria chimica internazionale non poteva assistere impotente a questo fenomeno che, sia pure lentamente, è destinato ad estendersi. E si sta buttando sull'agricoltura biologica, con un'utile azione di ricerca e con la fabbricazione di quanto già serve a questo mercato: trappole sessuali, feromoni, insetti buoni che combatto¬ no i dannosi, e via dicendo. Dunque, le più grandi industrie chimiche in tutto il mondo, come sostiene il dr. Silvano Marsella, presidente della Federazione nazionale dei dottori in agraria, hanno «messo da anni in cantiere ricerche per ottenere varietà di piante resistenti, che abbiano bisogno di interventi molto ridotti». E' su questa strada che si potrà arrivare a contenere l'impiego della chimica. Secondo Marsella, la ricerca è fondamentale, affinché, «attraverso l'applicazione della genetica, si possa arrivare a varietà di colture resistenti agli attacchi degli insetti o delle crittogame, che oggi renderebbero impossibile la produzione se non i mezzi fitosanitari». Qualche risultato in questo senso già lo si è ottenuto; e comunque l'agricoltore italiano è oggi più attento a ciò che sparge sui campi. Lo conferma l'indagine svolta dalla Tecnagro per il ministero dell'Agricoltura, secondo la quale nel consumo di fitofarmaci in Italia c'è un'e¬ voluzione di tipo qualitativo: rispetto a una quantità globale di prodotti rimasta sostanzialmente invariata, è molto cambiata la loro composizione e quindi la loro efficacia. Spiega il vicepresidente di Agrofarma, Gian Maria Griugnoli: «Se si deve, andare verso un'agricoltura sempre meno produttiva, che utilizzerà quindi minori quantità di presìdi sanitari, le industrie produttrici dovranno far fronte a molte difficoltà, soprattutto per reperire quella risorse finanziarie oggi destinate allo studio e alla sperimentazione di nuove molecole. Sono dunque importanti le sinergie con le le istituzioni, il mondo agricolo e con quello della ricerca». Molte industrie, come si è detto, stanno orientando la ricerca su prodotti che servono all'agricoltura biologica. J. M. Morin, responsabile della lotta integrata della francese Duclos - ali avanguardia in questo settore -, spiega che la produzione in massa di insetti o acari utili si basa su tre livelli : coltivazio¬ ne della pianta-ospite per il fitofago; allevamento del litofago; allevamento dell'entomofago. C'è da augurarsi che gli agricoltori seguano questa nuova filosofia - portata avanti dagli ecologisti ma anche dall'industria chimica, sia pure per motivi d'interesse. E che non la pensino tutti come quelli sentiti dalla Tecnagro nella sua indagine: quasi tutti (90%) i titolari di 400 aziende in provincia di Macerata sono convinti di non inquinare e non vedono rischi né nella concimazione chimica, né nelle acque reflue olearie né negli allevamenti suini. Forse la pensano così perché - come ci dice lo studio della Tecnagro - «l'unico, vero informatore di quegli agricoltori risulta il tecnico delle industrie chimiche». Dunque, regioni, organizzazizoni agricole, enti pubblici si facciano avanti: avranno molto da fare se vogliono informare gli agricoltori. Livio Burato
Persone citate: Duclos, Gian Maria Griugnoli, Livio Burato, Marsella, Silvano Marsella
Luoghi citati: Germania, Gran Bretagna, Italia, Macerata, Olanda, Piemonte, Svizzera, Torino
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