Sabina d'ogni erba un dubbio di A. Pie.

Sabina d'ogni erba un dubbio Guzzanti all'Araldo Sabina d'ogni erba un dubbio TORINO. «Io non l'ho mai capita questa storia di mandare dei fiori: fanno pena, stanno là, sai che devono morire. Gli dai l'aspirina per farli vivere di più, ma che razza di vita è?». «Non so mai che cosa mettermi: se sono vestita bene mi sento arrogante, se sono vestita male, mi sembra di rovinare il paesaggio». «E' mezzogiorno, l'ufficio passaporti chiude alle 12,30. Per andar là mi ci vogliono 20-25 minuti. Posso impiegare i cinque minuti che mi restano per mangiare una mela». «Ora ti dai al neomanierismo? Che cosa vuol dire vorrei essere una nuvola per avvolgerti tutta? La nuvola è inconsistente, se uno ci stesse in mezzo non sentirebbe niente». Sabina Guzzanti, in scena fino a stasera all'Araldo, racconta «Con fervido zelo» il minimalismo quotidiano di una giovane donna che fa di ogni erba un dubbio nel quale affossare qualsiasi tentazione pragmatica seppellendola sotto l'ignavia più tranquillizzante: meglio dibattersi nel dilemma esistenziale «mi depilo o non mi depilo» che uscire di casa. A contrastare la figurina femminile contemporanea, la grandezza rivoluzionaria di alcune donne del passato, che diventano anche pretesto per citazioni teatrali: Giovanna d'Arco (in romanesco), Virginia Woolf, Edith Piaf, Elisabetta I (una caricatura di Bette Davis nel film «Il conte di Essex»), Isadora Duncan (ridotta a una clownesca presenza che zompa in platea). E poi l'immancabile Rita Levi Montalcini, cavallo di battaglia della Guzzanti televisiva di «Avanzi». Sabina trascorre cosi un'intera giornata davanti al pubblico, nella prigione dorata di un monolocale da studentessa. Entra in scena quando le luci in sala sono ancora accese. Sembra appena alzata, addosso una specie di pigiama, in mano1 uh libro così scomodo che non si fa leggere né alla scrivania, né per terra. Sul fondo, Andrea Ascari e Monica Canducci scandiscono tempo e musica (di cui sono autori), intervenendo quando la rievocazione storica richiede un'altra presenza, oltre a quella della protagonista-regista-autrice. , j La Guzzanti è popolare, brava e simpatica: il pubblico che affolla la piccola sala ride e applaude. Ma il teatro non è la tv e lo spettacolo non si salva da momenti di noia. [a. pie.]

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