Questa strana guerra delle ventiquattr'ore di Igor Man

Questa strana guerra delle ventiquattr'ore DIARIO ARABO Questa strana guerra delle ventiquattr'ore ANTI anni fa, a Tel Aviv, Yigal Allon mi raccontò una storiella «emblematica». Un aspide chiede a una rana di traghettarlo sull'altra riva del Nilo. Fossi matta, mi uccideresti col tuo pungiglione, risponde la rana ma l'aspide ha buon giuoco nel convincerla dicendole: stupida, se ti uccidessi morirei annegato. A pochi metri dalla riva, l'aspide prende a trafiggere la rana e quella, disperata: se mi ammazzi anneghi, ti pare logico? L'aspide: e tu vai cercando la logica in Medio Oriente? L'uccisione per mano israeliana dello sceicco Abbas Mussawi, arso vivo nella sua Mercedes blindata insieme con la moglie e il figlio, ha una sua logica (apparente). Qualche giorno prima, un pugno di guerriglieri palestinesi aveva trucidato all'arma bianca tre coscritti di Tsahal. Vendetta, dunque, nel segno antico di «occhio per occhio, dente per dente». Sennonché i fedayn penetrati nella base israeliana non erano miliziani di Hezbollah (il partito di Dio) bensì «pantere nere» venute dai territori occupati. Sono il braccio oltranzista del radicale «Fplp» di George Habbash, hanno ucciso un gran numero di palestinesi «collaborazionisti». Di più: lo sceicco Mussawi, segretario generale di Hezbollah, era stato, recentemente ancora, l'interlocutore forse addirittura diretto di Uri Lubrani, l'esperto israeliano del Libano, nel corso dei negoziati per lo scambio di 250 sciiti con due ufficiali d'Israele prigionieri di Hezbollah. Si vuole che Israele fosse convinto d'essere stato turlupinato da Mussawi; ma allora perché Tsahal non ha attaccato il cuore del «partito di Dio», a Beirut, anziché invadere con grande clamore il territorio sciita libanese che pullula sì di milizie ma non minaccia direttamente Israele? E che senso ha una dichiarazione assolutista quale quella di Shamir : «Faremo piazza pulita una volta per tutte dei terroristi», quando la spedizione puniti durerà in tutto 24 ore? Quando subito dopo il ri quan I va d I Quar tiro di David, razzi uccideranno in un moshav dell'Alta Galilea, Avia Elizada, una bambina di 5 anni? (anche il figlio di Mussawi aveva 5 anni). E perché mentre Lubrani s'affanna a dire che questa volta gli hezbollahi non c'entrano, l'artiglieria israeliana s'accanisce proprio contro i villaggi sciiti? Schiacciati da questa logica-illogica, dalla logica che non c'è, si sarebbe tentati di credere a quel che si dice a Beirut. Nell'effimera Manhattan del Vicino Levante, si parla di un «patto scellerato» tra Gerusalemme e Damasco. Gli hezbollahi (tuttora teleguidati da Teheran che li mandò a Baalabeck nel 1981), si argomenta, sono «oggettivamente» gli unici ad opporsi alla spartizione del Libano tra siriani e israeliani, e allora perché non eliminarli? Israele e la Siria «garantirebbero» a Bush (che non può permettersi uno scacco internazionale dopo l'infortunio del New Hampshire), lo scorrere del negoziato di pace sino al voto del 3 di novembre. Dopodiché il negoziato si sfarinerebbe: non interessa né alla Siria, né a Israele. La prima vuol liberarsi degli hezbollahi, come abbiam visto (ma non può farlo di sua mano per non urtare l'Iran), e vuole far perdere la faccia ad Arafat che insegue l'autonomia «vera e provvisoria» dei territori occupati. Il secondo vede Shamir più che mai deciso a non rinunciare al sogno biblico di Eretz Israel, anche a costo di perdere le garanzie finanziarie di Washington. La pace, dunque, come eterno miraggio nel deserto dell'orrore permanente? «Nelle mani di Dio sono le chiavi dell'arcano che Lui solo conosce» (Corano VI, 59). Igor Man lan |