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La pittura cerca nuovi linguaggi Arte e «media» in una mostra collettiva La pittura cerca nuovi linguaggi Guido Carbone, dall'anno scorso con sede nel cortile di via Vanchiglia 36, presenta (sino al 10 marzo) un gruppo di lavori che qualcuno definisce ((pitture mediali»: ispirate ai «media» cui tanto spesso si fa riferimento. Sembra, infatti d'aver dinanzi un incrocio fra «l'automazione della percezione» collegata ad una «macchina visuale elettronica» e i materiali usati, mentre le immagini perdono ogni suggestione propria d'un linguaggio espressivo per privilegiare una prosaica «comunicazione». I presenti, da Enrico De Paris («Nel vento») e da Luigi Mastrangelo («Estate») a Sentolo De Luca («Sublimimele», d'un formale simbolisamo), vi appaiono come autodidatti in cerca d'un proprio linguaggio, cui approdano - verrebbe da dire, alla loro maniera - attraverso un pittorico «fai da te». Si spiegano così certe ingenue crudezze formali, ma anche i prevalenti contenuti umorali. In «Parcheggio lunare» si ritrova quindi un'intera raccolta di oggetti obsoleti, e spesso il senso d'una figurazione postmoderna, fredda, col sovrapporsi di tracce fotografiche, di video e cinema. Il razionalismo, insomma, cede il passo a una «logica paradossale» riducendo «La Bagnante» di Cannavacciuolo ad una sorta di laparatomia, mentre «Musica per camaleonti» offre la composta rivisitazione d'un decoro settecentesco. All'opposto, l'espressionistico scorcio di «Salto in alto» di Pisano non è lontano da «Table setting» di R. Victor Kastelic, con lo stesso gusto della variazione dei ritrattini d'un «Dittico» dipinto da Cascavilla. Da sottolineare ancora il ricupero neorealista in «Bravo segnalatore» di Montesano e la tangente fantascientifica di «Tre tronchi» di Igort, l'impatto narrativo del «Peter Pan» di Lombardi con Mastrangelo per «Estate» e la Mazzoni per «Categorie dell'arte» dove s'accentua il senso ripetitivo di un'arte paga soprattutto al comunicare. Angelo Dragone