Trap: un allievo da battere di Fabio Vergnano

Trap: un allievo da battere Trap: un allievo da battere «Juventus, fuori la personalità» Baggio caricato dai gol azzurri TORINO. La Delta Integrale supera il cancello del centro Sisport e cinque ragazzoni si accodano correndo a perdifiato, eludendo divieti e sorveglianze. Quando Baggio scende dall'auto gli si stringono attorno. Rohy firma autografi, posa per una foto. In mano la borsa della Nazionale. Due gol, seppure al mo¬ desto San Marino, sono un'ulteriore iniezione di entusiasmo per lui e per la gente bianconera. Baggio ha di fronte un'allettante prospettiva: può prendere in mano le redini della Nazionale ed anche quelle della Juventus. Oggi è tranquillo: «Segnare quando si indossa la maglia azzurra dà una carica incredibile. E' un momento positivo e spero si rifletta anche nella Juve. Il nostro compito è terribile, l'unica carta da giocare al tavolo dello scudetto è quella della vittoria, sempre e comunque. Rispetto a noi il Milan può godere di una maggior tranquillità. A cominciare da domani». Ma ora Trapattoni ha la certezza di avere in mano un jolly da calare nelle situazioni più difficili. Un Baggio per tutte le occasioni. E' la personale rivincita del tecnico, che ha sempre difeso il giocatore nei momenti più delicati. Ammette: «Baggio è in crescita, ha qualità e se ne rende conto. E' un giocatore in possesso di un carisma naturale. Deve soltanto consolidare il proprio equilibrio psicologico». Roberto si schermisce: «Troppo buono Trapattoni. Io cerco di dare una mano ai compagni, ma è tutta la squadra ad essere migliorata. A Bari questi progressi dovranno vedersi chiaramente. Non possiamo contare sugli errori dei pugliesi, ma dobbiamo fare noi la partita». Baggio è in perfetta sintonia con il Trap. Il tecnico infatti pretende che a Bari «la squadra cresca in personalità, dimostrandosi più disinibita». Il tutto sulla pelle di Boniek e di un Bari che nelle ultime quattro partite in casa ha ottenuto sette punti. Un dato che non può intimorire la Juve: «Le nostre speranze di scudetto - avverte Trapattoni - passano anche dal San Nicola. Eliminati certi egoismi, la squadra crea più azioni da gol rispetto al passato. A Milano lo si è vistò per la prima volta. Anche domani voglio gente in grado di strappare il risultato con i denti». A farne le spese dovrà essere Boniek, il «bello di notte» che Trapattoni trovava bellissimo anche alla luce del sole. Zibì, quanti ricordi. Trap con affetto: «Ha personalità ed intelligenza per allenare anche se i risultati sono sempre condizionati dall'organico di cui disponi. Ero sicuro che potesse fare questa carriera, più lui di Platini. Già da giocatore lo vedevo riflettere su certi dettagli della partita, sintomo di una personalità ben spiccata. Dalla Juve non venne cacciato, se ne andò perché cambiavano i programmi. Qui gli offrivano un contratto annuale, a Roma triennale». Il timore è che l'allievo domani superi il maestro. Così Trap non cerca avventure ma solidità soprattutto a centrocampo, zona presidiata nell'occasione da Galia, Conte, Reuter e Baggio. In attacco Schillaci in tandem con Casiraghi, mentre Marocchi resta padrone della fascia sinistra. Durante la partita, spazio anche per Corini. Fabio Vergnano Da allenatore Boniek ha affrontato la Juventus quando era sulla panchina del Lecce perdendo in casa e pareggiando a Torino. Baggio (a destra) vuole vincere

Luoghi citati: Bari, Milano, Roma, San Marino, Torino