Schachner: cara Italia, lasciarti è da matti di Claudio Giacchino

Schachner: cara Italia, lasciarti è da matti IL CASO L'ex granata, commentando la decisione di Casagrande, annuncia il suo ritorno nel Paese del denaro Schachner: cara Italia, lasciarti è da matti «In Austria guadagno poco, m'aspetta US. Dona» TORINO. Per un Casagrande che vuole andarsene dal pallone italiano «gonfio di denaro» 0 per un Muller che da S. Paolo dice «Il vostro calcio è un inferno», c'è un ex granata che rimpiange l'italico football e sta facendo di tutto per tornarvi: Walter Schachner, il centravanti austriaco che, per prodezze e gol sbagliati, ha fatto delirare, oltre ai torinisti, 1 tifosi di Cesena e Avellino. Il buon Walter ha 35 anni, recita ancora da protagonista nella serie A del suo Paese, è capitano dell'Alpine Donauwitz di Leoben, formazione della Stiria inquilina dei bassifondi della classifica. Però, allo stagionato bomber nulla interessa la patria massima divisione, sogna di lasciarla per i campetti del nostro Interregionale: «Perché è meglio la vostra quinta categoria che la nostra prima. Si guadagna più da voi tra i dilettanti che in Austria tra i professionisti. Cosa credete mi diano nell'Alpine? Prendo tra i 2 e i 3 milioni il mese. Meno di quanto potrei intascare a San Dona». Il San Dona è la società veneta con la quale Schachner è in trattative. Possibile che nell'Interregionale girino più soldi che nella vostra A? «Altroché: qui, solo i giocatori delle grandi viennesi, il Rapid e l'Austria, e del Tyrol Innsbruck, arrivano agli 80-100 milioni l'anno. Gli altri club versano stipendi che, da voi, giocatori di serie C considererebbero ignobili. Comunque, non brigo per venire in Veneto per i soldi, non ne ho bisogno». Però, le lire non guastano mai. «Certamente: ma la vera ragione della mia voglia di tornare è l'amore per il vostro Paese, il vostro calcio». Allora, stress o non stress, è proprio vero che l'Italia pallonaro è il Paradiso terrestre, il regno di Bengodi? Il telefono porta la risata dell'ex attaccante granata: «Accidenti se è vero, mai stato tanto bene come quand'ero da voi. Che anni stupendi sono stati. Vita di favola, clima e ta¬ vola meravigliosi, gente simpatica, tra la quale comprendo pure i tifosi, anche quelli superinvadenti: infine, denaro a palate, come non ne avevo mai visto prima e, credo, non ne vedrò mai più». Quel denaro che, ironia della sorte, un'altra punta granata, per giunta con il suo stesso nome, Walter, dice essere eccessivo. «Chi è l'originale? Casagrande? Ah sì, lo conosco, ottimo giocatore, persona molto seria. Se vuole andare via avrà i suoi motivi: ugualmente, io non lo capisco. Così come non capisco tutti gli altri stranieri che, dopo essere stati nel vostro calcio, lo criticano, protestano per lo stress. A volte mi domando se sono sinceri o se, per caso, non sono matti». Mica lamentano lo stress solo gli stranieri. L'altro giorno Baggio ha dichiarato che resisterà solo 5 anni in un calcio che gli passa 1770 milioni l'anno. «Appunto, dicevamo se non sono matti». Lei, lo stress lo avvertiva? «Altroché, vivevo stressato tutta la settimana, poi, la domenica mi sfogavo in partita. Inoltre, i soldi che mi davano servivano anche a compensare le tensioni. Le quali, comunque, in Italia sono molto alte perché da voi il pallone non è solo uno sport, è una religione. Appena giunto a Cesena, nell'estate 1981, mi sembrava di essere finito in un delirio, meraviglioso, ma sempre delirio. A poco a poco mi sono reso conto che il football non era come in Austria, una pratica poco seguita e tutto sommato divertente, ma un autentico lavoro. Ecco, giocare da voi è un po' come stare in fabbrica». Veramente, gli operai farebbero la coda per entrare in una simile fabbrica. Tra calcio e fonderia c'è una certa qual differenza. «Ho detto fabbrica per intendere l'ordine che scandisce la vita e l'organizzazione delle squadre e fa dei giocatori dei professionisti con la p maiuscola. Guardi: sono più professionisti i giovani delle vostre formazioni "Primavera" che i titolari dei nostri club Il ricordo più bello dei suoi 7 anni nel «meraviglioso delirio»? «Sono tutti belli, anche i momenti difficili di Avellino con le botte e le minacce di morte dei tifosi. Cesena, il posto dove sono stato meglio». Quando arriverà al S. Dona? «Spero presto, ma ci sono un sacco di problemi burocratici da superare per ottenere la qualifica di dilettante». Coraggio, Schachner: è naturale che il ritorno al Paradiso contempli qualche ostacolo. Claudio Giacchino di serie A».

Persone citate: Baggio, Casagrande, Muller, Schachner, Walter Schachner