Et voilà monsieur Riboud

Et voilà monsieur Riboud Et voilà monsieur Riboud //patron cresciuto all'ombra del vecchio amico Mitterrand PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Et voilà monsieur Antoine Riboud, patron assoluto di Bsn, grande amico di Mitterrand, bandiera dell'industria francese. Fin dall'inizio non ha fatto mistero di voler recitare un ruolo da protagonista nell'affare Perrier. Già alla fine di novembre, aveva chiesto agli Agnelli, lui consigliere dell'Iti, di poter partecipare all'operazione Exor. E, come si legge nella relazione degli ispettori della Cob, dì fronte ai silenzi da Torino il 7 dicembre dice agli Agnelli che «se un terzo si interessasse a Perrier, Bsn non potrebbe restare inattiva e io dovrei associarmi a questo terzo e magari fare una contro-opa». Anche stavolta è stato di parola. Sempre il rapporto della Cob rivela un particolare inedito. «Intorno al 10 novembre - si legge - monsieur Vincent, presidente di Exor, si decise ad accelerare l'operazione di ascesa di Ifint nella finanziaria, per far varcare la soglia del 33% e far scattare così l'obbligo dell'opa». Il motivo? «Vincent aveva saputo di contatti tra monsieur Ponsolle di Indosuez e monsieur Riboud di Bsn per la sistemazione della quota di Indosuez in Exor, pari al 10%». • L'affaire, insomma, scatta perché la famiglia Mentzelopoulos sente sul collo il fiato di Riboud. E, negli stessi giorni, matura l'idea cu cedere la quota di autocontrollo alla Saint Louis, ovvero a Worms, grande rivale di Lazard. Riboud fiuta l'affare: sa che Indosuez vuol vendere le partecipazioni non strategiche per sistemare i buchi della battaglia per la Generale de Belgique, sa che qualcosa sta matu¬ rando in casa Perrier e, infine, sa che Lazard si schiererà con lui senza esitazioni. Ci sarebbe il nodo dell'antitrust: Perrier controlla il 20% circa del mercato mondiale dell'acqua minerale, Bsn si accinge a varcare la soglia del 10. Ma non sono questi ostacoli insormontabili per monsieur Riboud. Per lui contano due cose: 1) Il mercato delle acque minerali è l'unico segmento del commercio mondiale in cui la Francia detta legge, e, in quel mercato, chi controlla Perrier detiene la posizione-chiave. 2) Alla Source Perrier fanno capo sei delle venti più importanti fonti attive nel mondo. C'è da scontrarsi con gli Agnelli, grandi azionisti di Bsn. Ma Riboud non è uomo da tirarsi indietro. In Bsn i numeri contano fino a un certo punto. Bisogna considerare l'anzianità all'iscrizione a libro soci e le varie difese approntate da Lazard in questi anni a tutela di Riboud. L'Ifil detiene solo il 4,7% dei diritti di voto, perché quest'anno si è deciso di trasferire il pacco in una società di diritto francese. Danilo Fossati pesa per il 6,4%, secondo solo a Lazard che dispone in assemblea del 9,5. E se qualcuno tentasse la scalata all'impero? Val la pena di spiegare la tela tessuta da Riboud a protezione del suo primato. Anzitutto c'è la rete di Lazard, approntata da Michel David-Weill e Jean-Claude Haas, al tempo stesso socio partner della banca d'affari e amministratore di Bsn, l'uomo più vicino a Riboud fin dai tempi della scalata fallita a Saint-Gobain. In sostanza, nell'86 è stata emessa una serie di obbligazioni tutte sottoscritte da Gemofin, una finanziaria che raggruppa i nomi che contano nella finanza francese: Paribas, la stessa Lazard, Bnp, la Generale, il Crédit Lyonnais, la Banque Demachy, la Generale de Belgique. Con una spesa modesta (circa 25 miliardi di lire) Gemofin ha l'opzione, fino al '97, di sottoscrivere titoli a prezzo di mercato fino al 21,5% del capitale Bsn. E' una mossa diabolica, ma non è la sola. Riboud, a fine Anni Ottanta, ha comprato una piccola banca, l'Alfa Banque. Il motivo? Chi comprasse il 20% di Bsn dovrebbe disporre del benestare della commissione bancaria e, se straniero, anche del Tesoro. Infine, c'è l'obbligo per i soci di dichiarare la propria quota oltre l'l%. Un reticolo, insomma, di garanzie finanziarie, politiche e giuridiche. Basti pensare all'accanimento dei pubblici ministeri, finora, nelle udienze che hanno opposto Nestlé a Exor. Tira aria brutta, nei tribunali, per Jacques Vincent e l'Ifint e (anche se nessuno lo ammette pubblicamente) l'amicizia tra Mitterrand e Riboud non è estranea a queste vicende. «E' un'offensiva a tutto campo. Attaccano sul fronte finanziario, su quello giuridico e ci bombardano dai giornali», dice l'assistente di Michel Frois; il colonnello della guerra d'Indocina che guida la difesa di Exor contro l'offensiva di Nestlé e Indosuez non si fa illusioni. E i politici? Come giudica l'atteggiamento dei pubblici ministeri? Lui sorride e commenta: «Ormai è chiaro, ci daranno addosso dappertutto. Non è facile battersi contro le indicazioni delle autorità politiche. Ma la Francia è uno Stato di diritto. Non è raro che un giudice non obbedisca ai segnali del rappresentante pubblico». Ma Riboud sa farsi ascoltare, [u. b.) Antoine Riboud, presidente Bsn

Luoghi citati: Francia, Indocina, Parigi, Torino