Perrier la Bsn ora attacca su Exor di Ugo Bertone

Perrier, la Bsn ora attacca su Exor Il colosso alimentare francese, ex alleato di Torino, si propone come mediatore ma spera nei verdetti giudiziari Perrier, la Bsn ora attacca su Exor A colpi di Opa contro Agnelli. Guerra per trattare? PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Il guanto della sfida è lanciato. La Bsn di Antoine Biboud, ove l'Ifil ha una forte partecipazione, la Banque Lazard, da sempre legata al gruppo Agnelli (e David Weill è consigliere Fiat), assieme alla Banque Indosuez hanno lanciato ieri una contro-opa su Exor. Il prezzo? Per ogni titolo 1.420 franchi, assai di più dei 1.320 offerti da Ifint che, comunque, già dispone assieme alla famiglia Mentzelopoulos di una solida maggioranza. E', quindi, un'azione di disturbo avviata in piena sintonia con Nestlé. Bsn lo ammette con un comunicato e lo stesso Reto Domeniconi, direttore finanziario del colosso svizzero, si limita a dire che «anche così ci si avvicina al pacchetto di controllo Perrier». Nella sua nota, però, Bsn aggiunge di ritenere che la sua iniziativa «contribuirà efficacemente a sciogliere una situazione complessa e che dovrà essere accolta favorevolmente da tutti gli azionisti». A scanso di equivoci, poco più tardi, Ifint fa sapere che non apporterà le sue azioni Exor ali'opa Bsn. E' la guerra totale? Sembra di sì, anche se «Liberation», giornale vicino a Riboud, parla di trattative e di gesti di buona volontà. L'idea di Riboud, secondo il quotidiano, è di lanciare un'opa su Exor in accordo con gli Agnelli. Contemporaneamente, l'opa di Nestlé su Perrier diventerebbe «amichevole». Exor, secondo l'offerta di Riboud, dovrebbe mantenere il 20% di una Perrier in mano a Nestlé. Le acque minerali Volvic sarebbero cedute a Bsn che, a sua volta, girerebbe i titoli Exor all'Ifint. Il risultato? Perrier in mano a Nestlé, le acque Volvic (e il primato mondiale nelle acque piatte) a Riboud e, all'Ifint, un'Exor con tutti i beni immobiliari e gli investimenti nel vino più una quota del 20% in Perrier, prestigiosa ma immensamente meno importante dell'attuale quota strategica di controllo. Accetteranno gli Agnelli? Difficile dirlo, anche se l'offerta non sembra irresistibile. Riboud si presenta ora come una colomba e qualifica Bsn come «il pivot alla ricerca di una soluzione pacificatrice», ovviamente col suo tornaconto. Ma, al di là degli aspetti finanziari, non vengono previsti né un ruolo né un indennizzo per la famiglia Mentzelopoulos né per Jacques Vincent. E i Mentzelopoulos, tra l'altro, sono azionisti Ifint. Il lancio dell'opa da parte di Bsn apre, comunque, una fase nuova della guerra delle bollicine. L'accordo, magari, s'avvicina ma per ora tutti affilano le armi per uno scontro (incerto) su più terreni. LA FINANZA. L'opa su Exor è una chiara operazione di disturbo. Nella finanziaria l'accoppiata Ifint-Mentzelopoulos dispone di una posizione solidissima, in pratica della maggioranza assoluta. Nessuno, quindi, può pensare di sfilare il controllo della società, da cui dipendono, oltre al 35% di Perrier, un consistente patrimonio immobiliare a Parigi e i vigneti di Chàteau Margaux. Perché l'opa, allora? Per indebolire l'avversario, naturalmente, per snervarlo. Ma anche al fine di offrire le basi per un'intesa amichevole, suggerisce l'informatissimo «Liberation» (giornale in cui, tra l'altro, lavora come redattrice economica la figlia di Riboud). Quel che è sicuro è che l'offerta su Exor aumenta, di pareo chie centinaia di miliardi, la posta in gioco, già molto alta dopo l'opa lanciata da Demilac (Nestlé più Banque Indosuez) su Perrier per 2.900 miliardi circa di lire. Ma si tratta, per ora, di cifre teoriche. Nessuna azione è stata finora depositata sull'opa Perrier (e il titolo viaggiava a quota 1.517 franchi prima della sospensione, sopra i 1.475 offerti dal gigante svizzero). Ed è tutt'altro che sicuro che la controopa su Exor abbia sorte migliore dato che il titolo è stato sospeso a quota 1.490, sopra l'offerta di Riboud. E l'accoppiata Ifint-Exor non ha alcun interesse a rilanciare. Se i tribunali non rovesceranno il verdetto del listino, la posizione di Ifint è quasi inattaccabile: maggioranza assoluta in Exor assieme alla famiglia Mentzelopoulos, posizione analoga (il 49,32%) di Exor più Saint Louis in Perrier. I TRIBUNALI. E' la grande carta, almeno finora, della squadra di aggressori. A Parigi, ieri, i rappresentanti di Cob e Cobv (gli organismi di controllo dei mercati finanziari) hanno trovato la piena solidarietà del pubblico ministero (a diretta dipendenza dell'esecutivo) nel respingere la richiesta di Exor per un rinvio dall'obbligo di lanciare a sua volta un'opa su Perrier. Il magistrato deciderà il 27 febbraio, ma è sintomatica la posizione dell'avvocatura di Stato. Anche a Nìmes il copione era stato il medesimo e a Nìmes, il 6 marzo, il giudice dovrà decidere se congelare o no la quota di Exor (la richiesta è la porzione che eccede il 20% per due anni) in Perrier. Intanto, martedì prossimo, il magistrato parigino dovrà stabilire se la cessione del 13,8% della quota di autocontrollo in Perrier a Saint Louis è o no legittima. Nell'ipotesi peggiore per il gruppo Agnelli-Exor, la partita potrebbe riaprirsi: decaduta la cessione all'alleato Saint Louis, ridimensionato il peso diretto in Perrier. E' ancora da vedere che finisca proprio così. A Nìmes il giudice potrebbe limitarsi a sanzioni assai più lievi (lasciare a Exor il controllo del 33% del capitale), o addirittura assolvere l'operato di Jacques Vincent. E l'operazione Saint Louis ha buone possibilità di superare il vaglio del magistrato. E' un fatto, però, che proprio nei tribunali Riboud e la Nestlé sperano di rovesciare il verdetto dei numeri finanziari. Magari grazie all'appoggio più o meno velato dell'Eliseo. Ugo Bertone NESTLE' BSN INDOSUEZ OPA SUL 100% DEL CAPITALE EXOR 35%f SULL'ACQUA UN'ONDATA DI OPA Accanto Corintie Mentzelopoulos. Nella foto a sinistra Jacques Vincent, presidente di Exor e Perrier

Luoghi citati: Nestlé, Parigi, Torino