Silvana prima rapita ora imputata

Silvana, prima rapita ora imputata Reggio Emilia, avrebbe fatto spedire un pacco-bomba al cognato chiedendo altri soldi Silvana, prima rapita ora imputata La Dall'Orto rinviata a giudizio per estorsione REGGIO EMILIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il 3 luglio sarà il giorno della verità per Silvana Dall'Orto: due volte vittima o sequestrata divenuta in qualche modo complice dei rapitori? E' stato fissato per quella data il processo che vedrà comparire in aula la bella moglie dell'industriale ceramico Giuseppe Zannoni, assieme al fratello Artemio Dall'Orto. Entrambi sono accusati di tentata estorsione ai danni del fratello di Zannoni, Oscar. La rapita, fresca reduce dalla trasmissione tv «Piacere Raiuno» nel corso della quale ha raccontato ad Elisabetta Cardini i particolari dei suoi sei mesi nelle mani dei sequestratori, si è presentata ieri davanti al gip Pietro Fanile che l'ha rinviata a giudizio assieme al fratello: tentata estorsione è l'accusa mossa ad entrambi. Sandro Maggi, l'industriale amico di famiglia che sostenne con Artemio Dall'Orto il ruolo di intermediario fra Giuseppe Zannoni e i rapitori durante le trattative per il rilascio di Silvana, è sta- to invece prosciolto in istruttoria, in relazione allo stesso reato. La vicenda che vede la Dall'Orto passare dal ruolo di vittima a quello di imputata è successiva al sequestro, avvenuto il 18 ottobre 1988: si riferisce al pacco-bomba confezionato con un chilo di dinamite, fatto recapitare dai banditi il 16 febbraio 1990 nell'abitazione di Oscar Zannoni, imprenditore di spicco, come il fratello, nel settore delle piastrelle. La polizia intercettò il pacco, impedendono così l'apertura proprio sul filo di lana, evitando una strage certa. Proprio con la pesante accusa di strage (oltre che di tentata estorsione), Silvana Dall'Orto e il fratello Artemio, imprenditore di Traversetolo, nel Parmense, varcarono la soglia del carcere il 20 febbraio. Basandosi anche su di una serie di intercettazioni telefoniche, gli investigatori nutrivano il sospetto che i due fratelli avessero collaborato coi banditi nel progetto estorsivo, volto ad ottenere il pagamento di un'ulteriore somma dopo l'avvenuta liberazione di Silvana. Il marito sostiene di aver pagato tre miliardi e 840 milioni. Pare che la nuova «rata» richiesta al cognato fosse di un miliardo. I fratelli Dall'Orto rimasero in carcere 9 giorni. L'accusa di strage cadde nel volgere di poche ore in quanto non esiste la prova che Artemio e Silvana fossero a conoscenza dell'invio del pacco-bomba. Restò l'imputazione di tentata estorsione, estesa anche a Sandro Maggi, ieri prosciolto. A parte l'alto tasso di cinismo che sarebbe occorso per partecipare ad un piano tanto diabolico, come avrebbe potuto, operativamente, la Dall'Orto collaborare coi banditi per estorcere denaro al cognato? Tutto sarebbe cominciato con un «patto scellerato» stipulato dalla rapita coi banditi durante la prigionia, [b. can.l Silvana Dall'Orto sarà processata per estorsione

Luoghi citati: Reggio Emilia, Traversetolo