«Volevano corrompermi per salvare Tyson»

«Volevano corrompermi per salvare Tyson» Desirée Washington in un'intervista alla tv accusa: mi offrirono un patrimonio in cambio della ritrattazione «Volevano corrompermi per salvare Tyson» «Mi hanno detto: corri il rischio di finire come Patricia Bowman e Anita Hill» «Non ho accettato, ma se lui si fosse pentito non l'avrei portato in tribunale» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Qualcuno ha cercato di «comprare» Desirée Washington, la vittima dello stupro per il quale Mike Tyson è stato condannato, offrendole un milione di dollari in cambio del ritiro delle sue accuse. Lo ha detto lei stessa in un'intervista a Barbara Walters, la nota giornalista della ABC, andata in onda ieri sera. Di questo tentativo di accordo si era parlato spesso, durante il processo, ma nessuno in realtà era riuscito ad tmpurare cosa esattamente fosse accaduto. La Walters ha posto la domanda alla giovane reginetta di bellezza con semplicità e concretezza: è vero che le hanno offerto un milione di dollari? «Sì, è vero, sì». Com'è andata? «Mi hanno offerto il denai .> e mi hanno spiegato cosa avrei dovuto dire. Per conv ncermi mi hanno detto che correvo il rischio di fare la stessa fine di Patricia Bowman (la donna cht na accusato William Kennedy Smith ma non è stata creduta, ndr). Mi hanno ricordato cosa era accaduto ad Anita Hill (la professoressa che accusò il giudice Clarence Thomas di molestie sessuali e contro la quale si sono scatenati alcuni fra i più noti senatori repubblicani, ndr). Insomma mi hanno fornito un milione di ragioni per fare marcia indietro». Elei? «Io ho detto: niente da fare. Ho riferito la cosa al mio avvocato e lui l'ha riferita alle autorità. Per quanto ne so, c'è un'indagine in corso». (Interpellato in proposito, il procuratore di Indianapolis Jeffrey Modisett ha detto di avere investito della faccenda l'Fbi e che per lui ormai si tratta di un caso chiuso). Tuttavia, dopo avere parlato del peccato, la ragazza si è rifiutata di nominare il peccatore. Alla domanda su chi esattamente le avesse fatto quell'offerta di denaro e le avesse dato quei suggerimenti, ha preferito cambiare argomento, parlando dei suoi attuali sentimenti nei con- fronti di Mike Tyson. «Ho pietà di lui - ha detto - sin dal giorno in cui l'ho denunciato. Io credo che quell'uomo abbia bisogno di aiuto. Sapete, se in qualsiasi momento fosse venuto da me o si fosse rivolto al mio avvocato o a chiunque altro dicendo: ho sbagliato... Insomma il primo passo per ogni recupero è quello di ammettere il proprio torto. Se lui avesse riconosciuto di avere un problema e avesse detto: aiutatemi, io non sarei andata avanti con il processo». L'accusa di aver tentato di corrompere la vittima può ripercuotersi duramente sul processo d'appello. Per ottenerlo, gli avvocati di Mike Tyson hanno scovato un testimone che dice di avere sentito uno dei giurati dire che la sentenza emessa contro Tyson era stata decisa in partenza. L'accusa è al vaglio dell'autorità investigativa e ancora non si sa se dispone di elementi forti. Ma certo lo sviluppo del tentativo di corruzione sovrasta tutto. La domanda naturalmente è «chi» abbia offerto il milione di dollari alla ragazza a nome di Tyson. E qualche sospetto comincia a circondare il reverendo Jemison, capo di una chiesa battista (la National Baptist Convention) che a suo tempo parlò a lungo con la ragazza e il padre per convincerli a non trascinare Tyson in tribunale. Lui naturalmente nega. Il suo, dice, fu un tentativo «umanitario», perché continua ad essere convinto che Tyson sia un bravo ragazzo. Intanto la data del 27 marzo, fissata per i termini della condanna, si avvicina. Per il ricorso in appello Tyson potrebbe affidarsi a un principe del foro: Alan Dershowitz, diventato famoso per il caso Von Bulow (narrato in un film che è valso un Oscar a Jeremy Irons). Franco Pantarelli Caccia all'ignoto intermediario Forti sospetti su pastore battista Desirée Washington accusa Mike Tyson anche in televisione

Luoghi citati: Indianapolis, New York, Washington