Scuola, scontro per il contratto

Scuola, scontro per il contratto Gli industriali invitano a ridurre gli aumenti e la Gilda abbandona le trattative Scuola, scontro per il contratto // ministro a Patrucco: non dovete immischiarvi ROMA. L'ultima sortita del vice presidente della Confindustria Patrucco sul contratto della scuola ha suscitato un putiferio. Gli risponde per le rime il ministro della Pubblica istruzione Misasi, accusato di tradire gli impegni presi dal governo per frenare la spesa pubblica. Lo contestano i sindacati confederali e autonomi, e i rappresentanti Gilda abbandonano per protesta il tavolo della trattativa sul rinnovo del contratto-scuola, scaduto da 14 mesi. «Francamente - afferma Misasi - è incomprensibile, paradossale, contraddittorio e, per alcuni versi, anche scarsamente accettabile voler impedire dall'estèrno un accordo che, nelle proposte avanzate, si basa su realismo ed è orientato a finalità assai diverse e, per molti aspetti, opposte a quelle temute dal dr. Patrucco». Secondo il ministro, il vicepresidente degli industriali non è al corrente che il patto pluriennale, proposto ai sindacati, va ben oltre il contratto e si dovrebbe sottoscrivere per un riordino interno delle risorse destinate alla pubblica istruzione. «Si tratta - aggiunge - di ridurre la quantità per migliorare la qualità , secondo la logica che ogni buon imprenditore seguirebbe». Misasi precisa di aver indicato alle organizzazioni dei lavoratori due punti importanti: 1) non ci può essere diversa distribu¬ zione delle risorse eventualmente recuperate se non dopo e in quanto si realizzi questo recupero, con impostazione esattamente rovesciata rispetto al precedente contratto; 2) l'eventuale recupero dovrebbe andare per il 20% all'Erario come contributo al risanamento del deficit pubblico e solo per l'80% al miglioramento della qualità, sia per la spesa in conto capitale, sia per dare ausilio alle necessarie riforme della scuola, sia per incentivare il merito e la professionalità. D'altra parte, per la parte economica «il contratto è ovviamente vincolato alle decisioni già assunte in sede di provvedimenti finanziari che prevedono gli incrementi dei tassi programmati di inflazione del 4,5% nel 1992 e del 4% nel 1993. Per Cgil-Cisl-Uil l'uscita di Patrucco è «palesemente strumentale, evidentemente tendenziosa, ancora una volta funzionale all'obiettivo di bloccare il contratto della scuola, in un momento in cui il governo non mostra alcuna determinazione a chiudere rapidamente il negoziato». Soprattutto, a loro avviso, egli sbaglia nel merito: «I tassi programmati di inflazione, applicati alla retribuzione media mensile lorda di comparto del novembre 1991, cioè 2 milioni 600 mila lire, comportano un incremento di 225 mila lire, con buona pace di Patrucco che ne ha contate solo 147 mila». Insiste Missaglia, segretario generale della Cgil-scuola, che quella del vicepresidente degli industriali è «una ingerenza inaccettabile, un atto che dequalifica la Confindustria come forza seria con la quale confrontarsi per la qualificazione del sistema formativo». Durissima pure la reazione di Gilda e del sindacato autonomo Snals. Annunciando l'abbandono per protesta del tavolo negoziale, Gilda ha osservato: «E' difficile pensare che vi sia onestà intellettuale in chi, appena qualche giorno fa, ha nuovamente adoperato il denaro pubblico per risanare situazioni del "privato". E' una storia che va avanti da più di 70 anni: gli industriali usano i soldi dello Stato e poi "pretendono" l'austerità sulla pelle di chi svolge un'attività al tamente rilevante sul piano sociale, come quella degli inse guanti». Respingendo l'attacco di Patrucco, U segretario generale dello Snals Callotta parla di «tracotanza di alcuni settori della Confindustria, che da tempo si distinguono con atteggiamenti di arroganza, provincialismo culturale e ; sfascismo politico Sono inaccettabili queste pesanti interferenze su una trattativa sindacale». Gian Cario Fossi

Persone citate: Gian Cario, Misasi, Patrucco

Luoghi citati: Roma