Fellini presenta l'Edera

Fellini presenta l'Edera Fellini presenta l'Edera Pri, convention all'americana La Malfa: la de si disperderà ROMA. La messa in scena va in onda alle quattro del pomeriggio. Nello studio 5 di Cinecittà quello dove Federico Fellini gira i suoi film - c'è il brusìo delle attese, notabili e militanti repubblicani sono arrivati tutti per la convention, ma di La Malfa non c'è traccia. Improvvisamente su due schermi giganti compare la faccia di Fellini. E, da solo, il regista italiano più famoso nel mondo, comincia a parlare: «Giorgio La Malfa mi ha chiesto di accoglierlo, qui davanti allo studio dove ho girato i miei flim. L'ho fatto per la simpatia che mi ispira». Poi, alle spalle di Fellini, ecco comparire il segretario repubblicano. E Fellini riprende: «Spero che la guida dell'Italia sia affidata a uomini garbati e di buon senso come lei». Il duetto continua ancora un po' e Fellini lo chiude con un augurio di «buon lavoro». Molti, niello studio 5, guardando gli schermi, hanno la sensazione che quella chiacchierata sia trasmessa in diretta, che Fellini e il segretario siano là fuori, tanto più che appena si dissolvono le immagini, finalmente entra in sala Giorgio La Malfa. Il segretario va da solo sul palco, con una regia sapiente partono le note del «Va' pensiero» e dalla platea scrosciano gli applausi. Pochi sanno che il duetto La Malfa-Fellini è stato registrato 5 ore prima. E' partita così, all'americana, all'insegna della fiction, la «convenzione generale» del partito repubblicano. Il partito che nel 1972 minacciò una crisi di governo se fosse stata introdotta la tv a colori, sta cambiando pelle, cerca di parlare ad un'opinione pubblica più larga, non disdegna le uscite ad effetto. E anche se qualche militante più tradizionalista si è un po' meravigliato, all'ingresso dello studio, ecco le riproduzioni di due strip di Valentina, l'eroina a fumetti di Crepax. «Siamo un partito minoritario, ma non minore», urla La Malfa ai suoi e in 45 minuti spiega la sua scommessa, la scommessa di un partito che per la prima volta punta a rubare elettori a destra, a sinistra e al centro. E in cima ai sogni di La Malfa un progetto: «Puntiamo - ha detto - ad una nuova aggregazione di forze, che passi attraverso uno scompaginamento della de». Il cuore della scommessa lamalfiana è tutto lì: il crollo del muro ideologico può spaccare la de, perché in quel partito «non possono continuare a convivere gli uomini che potrebbero fare la lotta anti-mafia con noi e uomini contro i quali quella battaglia andrebbe fatta». E così si spiega il rapporto stretto tra La Malfa e Mario Segni, invitato alla convention. Il sogno del leader repubbleano è «un partito che superi i vecchi steccati in cui operino fianco a fianco laici, cattolici, socialisti per bene, uomini di chiesa e non Chiesa quello di Milano...». Giorgio La Malfa è molto ottimista sul risultato delle elezioni e, come è nel suo temperamento, non lo nasconde: «Si è creato un consenso molto vasto attorno a noi, come non vi era mai stato». All'argomento più insidioso già agitato da de, psi e pds («ora parlate da oppositori, ma dove siete stati per 45 anni?»), il leader repubblicano spiega che non ha da fare alcuna autocritica, perché la de del dopoguerra era «un partito giovane», che aveva fatto le scelte giuste; dal 1953 al 1962 il pri è stato fuori dal governo e poi ha favorito la nascita del centrosinistra. Avverte de e psi: «Se riproporrete la stessa formula, non avrete i nostri voti!». Quando La Malfa finisce, la platea in piedi è tutta per lui. Applaude il presidente Visentini, che poco dopo confermerà il suo appoggio alla svolta lamalfiana, mentre Spadolini, Battaglia e Mammì applaudono blandamente. Ma i fotografi chiedono «una stretta di mano» tra Spadolini e il segretario Spadolini esita un attimo, sorride, poi porge la mano e dice ai fotografi: «A quanto la vendete questa foto?». Domanda a La Malfa: Spadolini al Quirinale avrà un'eredità pesante? «Spa dolini è abbastanza pesante da sopportare qualsiasi eredità.. Fabio Martini Federico Fellini e La Malfa. Il regista ha presentato il segretario repubblicano, elogiandolo

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