Thomas, un altro schiaffo alle donne

Thomas, un altro schiaffo alle donne USA Cancellate le norme che favorivano le business-women nell'acquisto di radio e tv Thomas, un altro schiaffo alle donne Fa abolire una legge perché «discrimina l'uomo» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le fermniniste sono scese di nuovo sul sentiero di guerra contro Clarence Thomas, il giudice nero della Corte Suprema che, durante le audizioni al Senato per la sua conferma, venne accusato di molestie sessuali dalla sua ex dipendente Anita Hill. Grazie a un fuga di notizie, si è venuto a sapere che, nel suo incarico precedente di giudice della Corte di Appello di Washington, Thomas era stato l'autore della motivazione sulla base della quale la Corte ha deciso ieri «l'incostituzionalità» di una regola che favoriva le donne nell'ottenimento di licenze per stazioni radio-tv. Motivazione: quelle norme discriminano i maschi. Naturalmente, si possono avere opinioni diverse sull'equità della legge, ma Thomas, durante le audizioni al Senato, per evitare che accuse di pregiudizi contro le minoranze minassero la sua nomina, aveva negato di avere mai deliberato in materia. La Corte d'Appello è stata chiamata a pronunciarsi, dopo che erano sorte numerose controversie riguardanti la politica adottata dalla Federai Communication Commission, che, nel concedere le licenze di trasmissione, aveva deciso di favorire le richieste delle donne e dei loro gruppi per potenziare la divulgazione della loro problematica. La filosofia di questa regola è quella della «azione affermativa», nella quale rientra anche la politica delle «quote», che garantiscono il lavoro alle minoranze. Le amministrazioni repubblicane e, sia pure con qualche contorcimento, anche quella di George Bush, stanno da tempo lavorando per smantellare questa politica, sostenendo che viola fondamentali regole di eguaglianza, perché irrigidisce, sia pure con il proposito di evitare dei torti, le scelte che dovrebbero rimanere libere. Thomas prima di diventare conservatore era progressista, e, anni fa, era un fervente sostenitore delibazione affermativa». Il fatto di essere considerato un «voltagabbana» dai movimenti progressisti fu alla base dell'opposione che si consolidò contro la sua nomina alla Corte Suprema. D'altra parte, mentre le femministe e i «liberal» lo giudicavano una specie di traditore dei neri e delle minoranze, durante le audizioni e le drammatiche testimonianze di Anita Hill, i neri si schierarono in grande maggioranza per Thomas. Sulla regola, che la Corte d'Appello di Washington ha giudicato, 2 voti contro 1, incostituzionale a partire da un'opinione di Thomas, si confrontano diverse opinioni. Marcia Greenberger, del National Women Law Center, che testimoniò con¬ tro Thomas al Senato, sostiene, per esempio, che la Corte «ha cancellato una vittoria che le donne avevano ottenuto in Congresso e che finalmente garantiva loro l'accesso alle onde di trasmissione». Ma altri obiettano che, grazie a quella regola, si è configurata una situazione assurda, nella quale, per esempio, alla ricca proprietaria del «Washington Post» sarebbe più facile che all'altrettanto ricco proprietario dèi «New York Times» ottenere la licenza per una nuova radio. E questo avrebbe più a che fare con la libera concorrenza che con i problemi degli uomini e delle donne. Sta di fatto che Thomas, per assicurare di non avere pregiudizi, negò di avere un'opinione precisa in proposito di fronte alla Commissione del Senato che lo interrogava. La polemica si riaccende e il fatto che la sua opinione sia stata data in pasto alla stampa, dimostra che parecchia gente non ha ancora digerito la sua nomina. Paolo Passarmi Il giudice della Corte Suprema Thomas è tornato alla ribalta

Persone citate: Anita Hill, Clarence Thomas, George Bush

Luoghi citati: Usa, Washington