I'esercito d'Israele travolge i Caschi blu

L'esercito d'Israele travolge i Caschi blu Obiettivo i guerriglieri sciiti, presi due villaggi, 7 morti. Ghali, Major e Mitterrand: ritiratevi L'esercito d'Israele travolge i Caschi blu Truppe e carri armati in Libano, fuoco sulla forza Onu BEIRUT. Le truppe israeliane sono tornate nel Libano. I guerriglieri sciiti di Hezbollah sono stati attaccati ieri nelle loro basi a Sud di Beirut da una task-force corazzata di Gerusalemme.,! Caschi blu dell'Orni hanno tentato di fermarla: i soldati di Shamir hanno sparato, i mezzi della forza Onu sono stati spostati con i bulldozer. Sono scoppiate anche risse a calci e pugni. Gli israeliani hanno conquistato due villaggi, ma per il momento hanno rinunciato a avanzare. La Siria, che in Libano ha 40 mila soldati, promette aiuto agli sciiti. Il segretario delle Nazioni Unite Boutros Ghali ha condannato duramente l'invasione. Francia e Inghilterra hanno subito chiesto il ritiro delle truppe israeliane. Bush è imbarazzato. «Perché non ha condannato l'invasione?», gli hanno chiesto i giornalisti. «E' un'ottima domanda», ha risposto il Presidente. Il dipartimento di Stato Usa si è limitato a invitare sciiti e israeliani alla «massima moderazione». Il bilancio delle vittime - secondo dati concordanti rilasciati da fonti delle due parti a Beirut e a Gerusalemme - è di tre morti e cinque feriti fra le truppe di Shamir; quattro morti e quattro feriti tra i fedayn della resistenza. Due i feriti fra i Caschi blu della forza Onu nel Libano meridionale (Unifil, presente dal 1978), che hanno cercato di fermare l'avanzata israeliana. Fra i civili vi sarebbero una quindicina di feriti. Forti di trentaquattro carri armati e mezzi blindati coperti da elicotteri da combattimento Cobra, all'alba di ieri i reparti israeliani lanciano l'operazione dalla «fascia di sicurezza» che controllano dal 1985. La colonna si apre la strada con bulldozer per superare sbarramenti dei Caschi blu. Secondo fonti del comando Unifil a Naqura, discussioni preliminari fra israeliani e soldati Onu si concludono in feroci scazzottate. Poi gli israeliani attaccano gli sciiti. In serata la battaglia si accende, con l'arrivo di rinforzi di Gerusalemme e di commando guerriglieri. I soldati dell'Idf (Israel defence force) stringono la loro azione su due villaggi, Khafra e Yater, capisaldi della guerriglia. Nidi di cecchini vengono espugnati casa per casa. Il comando di Tel Aviv ritiene che in queste due località siano dispiegate le rampe dei razzi Katiuscia lanciati negli ultimi tre giorni contro obiettivi israeliani. Non si è avuta notizia di una presenza attiva di guerriglieri palestinesi. Negli ultimi tre giorni, dal Libano meridionale sono partite almeno 132 salve di razzi che hanno toccato - con danni e vittime non precisate - anche insediamenti israeliani nell'Alta Galilea, specie Kiriat Shmona. Le forze israeliane sono precedute e accompagnate da un intenso fuoco di copertura dell'artiglieria e mortai spiegati in retrovia. Le salve dirette nelle valli intorno a Kafra e Yater sono state centinaia. Fonti ufficia- li e radio Israele insistono nel definire l'operazione «limitata» ad un rastrellamento per sradicare le postazioni degli Hezbollah (partito di dio, filoiraniano) e dei militanti di Amai. Il raggio della penetrazione sembra però essersi allargato nel pomeriggio quando, secondo fonti a Beirut, un'altra colonna di incursori israeliani è uscita dalla «fascia di sicurezza» verso i villaggi costieri di Buyut al Sayyad e Mazraat al Hamra. Secondo radio Gerusalemme, gli Hezbollah avrebbero sparato - senza colpirlo - contro un elicottero italiano, che trasportava all'ospedale i due feriti della forza Onu. Ma il ministero della Difesa italiano ha smentito: «Nessun nostro elicottero è stato attaccato». Il blitz israeliano è l'ultimo anello di una catena di violenza inziata sabato scorso, quando tre soldati vengono massacrati in un campo d'addestramento in Israele. Il giorno dopo, aerei di Gerusalemme bombardano campi palestinesi nel Libano meridionale con un bilancio di quattro morti e dieci feriti. Nel pomeriggio, due elicotteri colpiscono un convoglio di auto uccidendo il capo degli Hezbollah, Abbas Musawi, la moglie, il figlioletto e guardie del corpo. Lunedì gli integralisti sciiti cominciano a sparare salve di razzi verso postazioni israeliane nel Libano meridionale, arrivando fino alla Galilea. Insieme alla milizia locale loro alleata, gli israeliani aprono un fuoco di sbarramento: artiglieria e mor¬ tai. La battaglia continua il giorno successivo e mercoledì. La popolazione fugge verso la costa, Tiro e Sidone. Ci sono un morto e una quindicina di feriti mentre si moltiplicano raid aerei israeliani. Ma diplomatici a Beirut si sono detti convinti che non si ripeterà una terza invasione israeliana nel Sud, dopo quelle del 1978 e del 1982. Per districarsi da quest'ultima «impiegarono tre anni», hanno concluso le fonti. Nel mondo arabo si sono avute reazioni unanimi di dura condanna. Il Libano ha chiesto nuovamente una convocazione del Consiglio di sicurezza dell'Orni, mentre Egitto e Giordania denunciano che l'intervento israeliano «rischia di essere un siluro al processo di pace». [e. st.] «Gli ultra sparano a un elicottero italiano» Roma smentisce ■■■■il Libano: uno dei 34 tank israeliani e i palestinesi in fuga SSvx ■ - —, _ ;

Persone citate: Abbas Musawi, Boutros Ghali, Bush, Ghali, Hamra, Mitterrand, Shamir