Ipoetici Chiara e Tribaudino nel girone dei dimenticati

ARTE CLUB E PAC ARTE CLUB E PAC Ipoetici Chiara e Tribaudino nel girone dei dimenticati IN questo momento sono visibili a Torino le opere di due pittori vissuti più o meno nello stesso arco di tempo, scomparsi negli anni Ottanta e con i decenni di produzione matura collocabili tra la prima e la seconda guerra mondiale, e su fino agli anni Cinquanta. Sono accomunati da una eguale dimenticanza da parte della società, come se non fossero esistiti e non avessero egregiamente «prodotto». Fuori da ogni «ismo» di questo novecento travagliato e travagliante non hanno carte da giocare che non sia la semplice delizia dei loro piccoli quadri armonicamente costruiti, che non urlano ma recitano un'umile poesia. Sento il dovere di nominarli insieme: Federico Chiara e Gianni Tribaudino. Il primo ha una ridotta ma bella personale all'Arte Club; il secondo una più ampia antologica nei locali del Piemonte Artistico e Culturale. Vedendo queste due mostre mi sono un po' commosso: ho pensato a queste due vite di artisti e pittori veri, privi di qualsiasi trucco intellettualistico; ho pensato alle loro opere, piccole tele e tavolette che galleggiano nello sporco e inquinato mare dell'arte contemporanea, in compagnia delle scatolette di «popò» d'artista in questi giorni all'onore delle cronache dell'arte torinese... La mostra di Chiara è visibile ancora per due giorni. Andateci, ne vale la pena. Ha deliziosi paesaggi di colline astigiane (n.17, 21 e 23) e di Liguria (n.25), il paesaggio di Grugliasco (n.14) con il tocco azzurro della roggia. Un amore di pittura che costa assai meno di quel- 10 che vale. L'arco di vita del biellese Gianni Tribaudino si svolge tra 11 1901 e il 1989. Fu avvocato e pittore, vicino a Paulucci e ai «Sei». Bene ha fatto il Piemonte Artistico e Culturale insieme ad Angelo Mistrangelo a ricordarlo con una antologica sufficentemente ampia. Ma bisognerebbe anche trovare il sistema non solo per ricordare, ma anche per non dimenticare «piccoli Maestri» come lui o come Chiara. E non vedo altro modo che un museo che sappia variare le sue esposizioni e ripescare, di quando in quando, tutti questi bravi pittori non di prima linea. Ma è poi così importante essere in prima linea e pagare così alla moda uno scotto a volte troppo pesante? Si passa alla storia dell'arte perché si è negato che sia possibile fare arte; perché si è presa in giro questa attitudine, questo bisogno dei¬ l'uomo di elevarsi al di sopra del nulla della materia, della volgarità e della morte. Si diventa famosi per aver inquinato una delle poche fonti di felicità per gli uomini. Non si passa, invece, per aver amato la pittura e averla praticata con risultati sicuramente artistici e poetici. Ma allora la colpa è anche degli storici dell'arte. Tribaudino, come Chiara, ha dipinto bene nei momenti liberi, con un piacere che traspare da ogni opera, siano scorci urbani o di paese, nudi o nature morte. Una sapienza di tocco e una pacatezza non priva di audacie e arguzie, come di chi ha visto e ben meditato le più sconvolgenti novità, ma poi è rimasto fedele al suo mondo, al ritmo del proprio passo. Una pittura informata e colta, civile e «poetica», fondamentalmente onesta. Di più non è possibile dire e chiedere. Si vada a vederlo in questi ultimi giorni di apertura. Non è Cézanne, non è Van Gogh. Ma non pretende di esserlo e non è mai noioso e trito, ma sempre fresco e interessante, specialmente nelle piccole vedute di paesaggio urbano e collinare, intrise di dolce malinconia che emana da ogni minimo, sensibile tocco. [b. z.] Federico Chiara Arte Club Via della Rocca 39 Orario 16,30-20; chiuso festivi Fino al 15 febbraio Gianni Tribaudino Piemonte Artistico e Culturale Via Roma 264 Orario 16-19,30; sabato e domenica anche 10-12,30 Fino al 16 febbraio

Persone citate: Angelo Mistrangelo, Federico Chiara, Gianni Tribaudino, Paulucci, Tribaudino, Van Gogh

Luoghi citati: Grugliasco, Liguria, Piemonte, Piemonte Artistico, Torino