TANTE ANIME MORTE NELLA BIBLIOTECA DI

TANTE ANIME MORTE NELLA BIBLIOTECA DI TANTE ANIME MORTE NELLA BIBLIOTECA DI PER più di mezzo secolo, praticamente fino alla perestrojka di Gorbaciov, il realismo socialista, imposto come dogma al primo congresso degli scrittori (1934), pesò, intralciandole, su tutte le attività artistiche in Urss, in particolar modo sulla letteratura. Proposto da Gorkij e da altri personaggi influenti, il realismo socialista venne adottato da Stalin, il quale contribuì a sua volta alla vita intellettuale definendo gli scrittori «ingegneri dell'anima umana». Nell'ultimo volume della «Storia della letteratura russa» (Dal realismo socialista ai nostri giorni, Einaudi) Vittorio Strada accenna all'incontro, nella casa di Gorkij, di una cinquantina di scrittori con Stalin e i membri del politburo Molotov, Kaganovic e Vorosilov, il 26 ottobre 1932. Era un periodo cruciale per la letteratura sovietica e il giorno seguente lo storico incontro fu narrato con precisione quasi stenografica nel suo diario da Kornehj Zelinskij (1896-1970) l'ideologo del costruttivismo, un movimento esistito fino agli Anni Trenta. Falliti nel 1932 e nel 1942 i tentativi per pubblicarlo, il resoconto è uscito quest'anno nel mensile Voprosy literatury (n.5). Molti scrittori - Aleksej Tolstoj, Pilnjak, Erenburg, Paustovskij, Pasternak, Babel, Zoscenko - erano assenti, e dei partecipanti un quarto doveva perire nelle purghe. In quei tempi i rapporti tra scrittori e autorità in apparenza erano ancora disinvolti, ma furono tuttavia repressi quanti avevano in qualche modo sfiorato la persona di Stalin. L'autore de Lo scheggia Zazubrin, per esempio, in quella riunione paragonò Stalin a Mussolini, Il dittatore sovietico non dimenticava nulla... Dopo il recente scioglimento della Rapp (Associazione russa degli scrittori proletari) e i dibattiti sull'eventuale inclusione di alcuni suoi esponenti nella nuova organizzazione, l'Unione degli scrittori sovietici, il clima è teso. «Nella riunione odierna» esordi¬ sce Stalin «l'essenziale è di stabilire i rapporti reciproci tra membri del partito e non iscritti... Perché abbiamo liquidato la Rapp? Proprio perché si è estraniata dai non iscritti, perché ha smesso di appoggiare la causa del partito in letteratura... Al centro dell'Unione degli scrittori, prosegue Stalin, ci deve essere un forte nucleo comunista, e intorno un ampio strato di senza partito». In quanto al recupero di questi ultimi, tenendo conto del fatto che «anche i senza partito fanno il nostro lavoro» e che tra i giovani scrittori molti non saranno membri, che se ne occupi l'Unione degli scrittori. E poi, cosa conviene scrivere? I versi vanno bene, i romanzi meglio, ma meglio ancora, secondo Stalin, i testi teatrali, più brevi e quindi più adatti agli operai. In mezzo all'animazione suscitata da tante promesse - verrà fondato l'Istituto di letteratura Gorkij, e inoltre ci saranno un albergo, una biblioteca con uh milione di volumi, ecc. - Stalin espone una delle sue teorie più caratteristiche e funeste: «Vi sono produzioni di vario tipo: di artiglieria, di automobili, di macchinari. Anche voi producete una merce... Le anime degli uomini... Tutte le produzioni del Paese sono connesse con la vostra produzione. E questa è impossibile se non si sa come l'uomo partecipa alla produzione del socialismo... Lo scrittore deve conoscere la vita del Paese... L'uomo viene rielaborato dalla vita stessa. Ma anche voi dovete aiutare a rielaborare la sua anima... Voi siete gli ingegneri delle anime umane... L'artista descriverà la nostra vita conformemente alla verità... Non potrà non osservare e non dimostrare ciò che in essa conduce al socialismo. Questo appunto sarà il "realismo" socialista». Un termine, quest'ultimo, già usato da Gronskij, presidente del Comitato organizzativo per l'unificazione degli scrittori sovietici, mentre il merito della formula «ingegneri delle anime» spetta a Stalin. Eloquente nell'esporre i suoi progetti, il dittatore è reticente quando lo scrittore Fadeev lo prega di rievocare i suoi ricordi di Lenin, e propone invece un brindisi. Respinge così la richiesta di ripetere quanto aveva narrato una settimana prima in casa di Gorkij ad una riunione di scrittori comunisti. Uno dei presenti riferì a Zelinskij che Stalin rivelò in quell'oc¬ casione dei fatti che nessuno conosceva. Avendo capito che stava per morire, Lenin pregò una volta Stalin, quando erano soli, di portargli del cianuro di potas sio. «Lei è l'uomo più crudele del partito - disse Lenin -, lei questo lo può fare». Sulle prime, Stalin promette, ma poi non si decide. Prova compassione. E si può forse sapere che decorso avrà la malattia? Non porta dunque il veleno a Lenin, il quale, quando Stalin e altri lo vanno a trovare, dice: «Mi ha ingannato, è un instabile». Tutti rimangono sorpresi, il solo Stalin capisce l'allusione e riferisce la richiesta di Lenin al politburo, che la respinge. «Oggi», commenta Zelinskij, «Stalin non vuol ripetere questa conversazione in presenza di scrittori non membri del partito». UaWainstein Vittorio Strada (a cura di) Storia della letteratura russa Voi. 3°, tomo 3° Einaudi, pp. II52.L 120.000 STALIN

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