Pensioni facili all'lnps chiesti 7 anni di carcere

Pensioni facili all'lnps chiesti 7 anni di carcere Per i due che avrebbero organizzato la truffa Pensioni facili all'lnps chiesti 7 anni di carcere Il processo per le pensioni fasulle dell'Inps è giunto al giro di boa: ieri i pubblici ministeri Fassio e Virginia Borgani hanno chiesto la condanna di tutti i 52 imputati rimasti dopo i tanti patteggiamenti e giudizi abbreviati. Per i presunti organizzatori della truffa, l'ex dipendente dell'Istituto, Vittorio Vitulano, e l'ex impiegata del patronato Uil, Teresita Maccagno, l'accusa ha proposto 7 anni di carcere per associazione a delinquere. Tre anni e mezzo di reclusione sono stati chiesti per i coniugi Michele Scarafia e Clara Ferrerò, accusati di far parte dell'organizzazione ma con il ruolo di partecipi. Per i 48 imputati che hanno beneficiato delle pensioni fasulle il pm ha chiesto due anni e mezzo di reclusione. Lunedì parlerà l'avvocatura dello Stato a nome dell'Inps, costituita parte civile. In nove anni, tra il 1980 e il 1989, quando s'avviò l'inchiesta, dopo un esposto di Umberto Fumarola, direttore della sede di via XX Settembre, furono percepite pensioni false, di anzianità e vecchiaia, per 7 miliardi e mezzo. L'ente pubblico finora ha recuperato solo 600 milioni. Al centro della truffa, secondo l'accusa, c'erano Vitulano e la Maccagno, entrambi arrestati e poi rimessi in libertà. Vitulano sarebbe stato l'operatore infedele in via XX Settembre. La persona interessata ad aumentare la sua pensione o a crearsene una nuova si rivolgeva ai vari intermediari e costoro giravano la pratica all'impiegato: lui ha sempre negato.

Persone citate: Clara Ferrerò, Fassio, Michele Scarafia, Umberto Fumarola