I defunti in lista d'attesa di Marina Cassi

I defunti in lista d'attesa Mancano necrofori e la privatizzazione dei funerali non è ancora stata approvata I defunti in lista d'attesa Anche seigiorni per una sepoltura Accade da mesi, continua ad accadere. Sei giorni per un funerale: quasi una settimana di straziante attesa per i famigliari di un anziano morto alle Molinette nella notte tra venerdì e sabato scorsi, e seppellito soltanto oggi. Ad allungare i tempi è stato il desiderio dei parenti di portare la salma dall'ospedale alla parrocchia di appartenenza per un ultimo saluto da parte della comunità cristiana di cui il defunto era stato un assiduo e generoso animatore. Centoquarantaquattro ore per una sepoltura sono decisamente tante. In dicembre, a fronte dello stesso problema, l'assessore ai Servizi demografici del Comune lo aveva anticipato, ora ribadisce: non resta che privatizzare il servizio. Spiega il professor Beppe Lodi: «Lo so benissimo che 144 ore sono uno sproposito, e mi rendo conto dello strazio dei parenti e del più che legittimo desiderio di far officiare la santa Messa nella propria parrocchia. Dovremmo avere oltre 200 dipendenti nei cimiteri cittadini, ne abbiamo 60. Si fa il massimo, ma i necrofori sono troppo pochi. Così ho trovato la soluzione: il servizio sarà privatizzato e i funerali si faranno entro 72 ore». Il progetto è pronto, manca solo l'approvazione del Consiglio comunale per poter entrare nella fase attuativa con le gare di appalto e l'assegnazione del servizio. Quanto si dovrà attendere? «Poche settimane. Purtroppo la crisi ha allungato i tempi». L'annosa carenza di personale (insostituibile quando va in pensione a causa della finanziaria) ha messo a dura prova il comparto necrofori; per colmare i. buchi sono stati assunti a più riprese lavoratori bimestrali che però hanno appena il tempo di imparare e già devono lasciare l'attività. E i responabili delle imprese di pompe funebri confidano: «Durante i funerali spesso abbiamo i brividi: temiamo che non ce la facciano a portare giù le bare per le ripide scale dei vecchi palazzi». Aggiungono: «Li vediamo arrivare in inverno con piumini colorati, sciarpe e scarponi. Non è colpa loro, rimangono due soli mesi e non c'è il tempo di dotarli della divisa. E pensare che anni fa il servizio dei necrofori era un fiore all'occhiello per professionalità e divisa inappuntabile». Le imprese di pompe funebri sono tra l'incudine e il martello; è su di loro che si scarica l'angoscia dei parenti costretti a lunghe attese. Racconta Edmondo Giordano presidente dell'associazione di categoria (riunisce 41 aziende sulle 50 di Torino): «I necrofori fanno tutto quel che possono; non possiamo lamentarci. Ma sono troppo pochi». Spiega: «Si dà la precedenza ai funerali dei defunti in casa, poi a quelli che partono dagli ospedali. Ultimi quelli che prevedono il trasporto dall'ospedale alla parrocchia di origine e che impegnano i 4 necrofori per un tempo più lungo». In questi casi i giorni di attesa possono arrivare fino a 6, mentre nella media l'attesa non supera i 4 giorni. Oltre alla privatizzazione del comparto dei necrofori l'assessore Lodi ha in programma una serie di iniziative per migliora¬ re i servizi cimiteriali: lavori di ripulitura, dotazione di cassonetti al posto dei vecchi cestini. E anche un convegno sul significato della morte nell'immaginario collettivo con la partecipazione di psicologi, antropologi, storici. Nelle prossime settimane sarà inoltre inaugurato il Roseto della Rimembranza dove si potranno raccogliere le ceneri dei defunti. Marina Cassi Una tomba abbandonata al cimitero. In alto l'assessore Giuseppe Lodi

Persone citate: Beppe Lodi, Giuseppe Lodi

Luoghi citati: Torino