Ventun anni una carriera a rischio di C. Co.

Ventun anni, una carriera a rischio Ventun anni, una carriera a rischio Neil'88 ilprimo di una lunga serie di incidenti MERIBEL DAL NOSTRO INVIATO La serie è lunga, un dolente rosario di infortuni e interventi chirurgici. Una carriera piena di medici e ospedali. Deborah Compagnoni ha solo 21 anni, ma ne ha già persi tre per colpa della sfortuna che sembra esserle diventata triste amica e compagna. Solo Marc Girardelli, forse, può vantare un così penosp primato. Tutto è cominciato nel gennaio del 1988 in Austria, durante le prove della libera di Zinal. Deborah è caduta malamente fratturandosi i legamenti crociati del ginocchio destro. Era già una promessa, aveva vinto il gigante ai mondiali junior es del 1987 e stava affron¬ tando con impegno e successo la sua prima stagione in Coppa del Mondo. Operata a Bergamo dal professor Danilo Tagliabue, Deborah è ritornata alle gare nell'estate dell'anno dopo, a Las Lenas , in Argentina, ottenendo il settimo posto in superG. Ma il ginocchio continuava a far male. Deborah correva con una speciale protezione, si sentiva impacciata e dolorante, psicologicamente impreparata ad affrontare la durezza e la pericolosità delle piste. Dopo il sesto posto nel gigante di Santa Caterina, a casa sua, nel gennaio del 1990 Deborah Compagnoni decise di farsi operare per la seconda volta. Non più a Bergamo, però, ma a Lione, nella clinica del professor Pierre Chambat, il chirurgo che aveva già operato con successo Richard Pramotton. Diversa la tencica che è stata usata dal medico francese, il quale ha sostituito il legamento artificiale con uno naturale asportato dalla rotula. La stessa cosa accadrà lunedì prossimo quando Deborah sarà operata. Sembrava finita, la lunga serie degli interventi e degli anni perduti, già due, quando nell'ottobre dello stesso anno Deborah ha rischiato addirittura la vita. Un blocco intestinale improvviso, la corsa in ospedale sull'auto guidata dal padre Giorgio, una nuòva operazione con asportazione di un lungo tratto di intestino, circa settanta centimetri. Ancora convalescenza, recupero, incer¬ tezza sul futuro. Ma pure incrollabile volontà di ritornare alla gare, il segno del carattere. Anche questo, insieme con le qualità tecniche, concorre a fare di Deborah una campionessa vera. Rientrata a Vail, in Colorado, con un quarto posto in gigante, l'azzurra era finalmente guarita. Ha avuto un'estate piena di allenamenti, un avvio di stagione promettente, un prosieguo esaltante, con cinque secondi posti, quattro in gigante e uno in slalom, e una vittoria, la prima della carriera, a gennaio nel superG di Morzine. Poi la storia di due giorni fa, cioè la leggenda, la medaglia d'oro che sembrava un sogno. Ma ieri il destino ostile le ha teso un altro agguato, [c. co.]

Persone citate: Danilo Tagliabue, Deborah Compagnoni, Marc Girardelli, Richard Pramotton

Luoghi citati: Argentina, Austria, Bergamo, Colorado, Lione