«E' il Corvo condannatelo»

«E' il Corvo, condannatelo» Caltanissetta, per il giudice Di Pisa il pm ha chiesto 3 anni «E' il Corvo, condannatelo» «L'impronta che è stata trovata sulle lettere anonime è autentica» Per ilmagistratcr«è un complotto, volevano eliminare un uomo scomodo» -x CALTANISSETTA. Per il pm Ottavio Sferlazza nessun dubbio: il «corvo» autore delle lettere anonime del Palazzo di Giustizia di Palermo è il sostituto procuratore della Repubblica Alberto Di Pisa. E ieri il pm ha chiesto la sua condanna a tre anni di reclusione per calunnia continuata. L'imputato-magistrato ha chiesto, com'è suo diritto, di rendere alcune «dichiarazioni spontanee». Ricordate le sue inchieste scottanti Di Pisa ha affermato: «Si è voluta cogliere l'occasione per eliminare un magistrato scomodo». Di Pisa ha quindi parlato di «complotto», tirando in ballo l'ex alto commissario antimafia Domenico Sica e il giudice Giovanni Falcone. Il primo fece rilevare dagli esperti del Sismi le sue impronte digitali lasciate su un bicchiere. «Sica ha solo saputo carpirmi le impronte, questa sì che è efficienza», ha aggiunto Di Pisa. Per oggi è attesa l'arringa del difensore, Gioachino Sbacchi. Entro sabato la sentenza. «Non si può dubitare dell'autenticità del¬ l'impronta», ha affermato Sferlazza, che ha sottolineato la «serietà e legittimità» delle perizie sull'impronta nella quale i superperiti della polizia scientifica tedesca nominati dal tribunale hanno individuato 18 punti di convergenza con quella rilevata sull'anonimo e gli esperti del Cis, il Centro investigativo scientifico dei carabinieri, addirittura 25. Nelle lettere inviate il 28 maggio 1989 in copia al Quirinale, a Palazzo Chigi, alla commissione antimafia al Csm il «corvo» accusava Falcone, il procuratore Pietro Giammanco, il giudice Giuseppe Ayala, il capo della polizia Vincenzo Parisi, il questore Gianni De Gennaro di aver fatto rientrare in segreto il «pentito» Salvatore Contorno dagli Stati Uniti, consentendogli di uccidere un certo numero di suoi avversari in cambio di informazioni di prima mano che consentissero la cattura di boss latitanti. Il pm Sferlazza ha anche criticato il prefetto Parisi che in aula tempo fa aveva stretto la mano a Di Pisa: «E' stato un tentativo di grave delegittimazione dell'accusa». Indipendentemente dal verdetto di Caltanissetta vi sarà un duplice strascico giudiziario: il prefetto Sica, dopo aver rinunciato all'amnistia, sarà processato in aprile per usurpazione di pubbliche funzioni e violazione del segreto istruttorio. Non era poliziotto, poteva rilevare le impronte di un indiziato? Il perito di Di Pisa, il professor Aurelio Ghio, rischia a sua volta di essere imputato per frode processuale per aver dettato a verbale durante il dibattimento che era stata dimostrata la trasferibilità della famosa impronta, cosa non vera. Ghio si è difeso parlando di «errore materiale». [a. r.] ti giudice Di Pisa. Entro sabato la sentenza sulla vicenda del «Corvo»

Luoghi citati: Caltanissetta, Cis, Palermo, Stati Uniti