Eltsin: non farò la fine di Gorbaciov

Eltsin: non farò la fine di Gorbaciov Il Presidente in televisione per i suoi cento giorni. Aumentati gli stipendi agli ufficiali Eltsin: non farò la fine di Gorbaciov Ma invita i russi a resistere un anno con orti di guerra MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sicuro, lucidissimo, conciliante, ma nient'affatto disposto a entusiasmi «prematuri». A 100 giorni dalla nascita del suo governo, Boris Eltsin si è presentato così alla nazione in una lunga intervista televisiva, teso a dare un'immagine di forza pacata, di tenace attaccamento al corso delle riforme, di flessibilità al compromesso con le forze politiche all'interno e con le altre repubbliche dell'ex Unione all'esterno. E ci è riuscito. Senza nascondere nessuna delle enormi difficoltà che ha di fronte un Paese di 150 milioni, il Presidente ha testardamente ripetuto che «ce la faremo, ne sono sicuro, la vittoria si vedrà già alla fine di quest'anno». Il suo vice Rutskoj continua negli attacchi al governo, il leader parlamentare Khazbulatov fa la fronda, le 17 repubbliche racchiuse nella Federazione russa minacciano di iniziare un processo simile a quello che ha distrutto l'Urss, e il leader ucraino Kravchuk ha detto ieri che Eltsin non ha nessun diritto di parlare di disarmo nucleare a nome di tutti: accanto a Bush devono sedere i Presidenti di tutte e quattro le repubbliche «atomiche». Ma Eltsin non è sceso neanche per un attimo sul terreno della polemica, con nessuno. «Si, abbiamo iniziato le rifor¬ me con sette anni di ritardo, in condizioni sfavorevoli. Si, il partito comunista esce dalla clandestinità per chiedere in piazza le dimissioni del governo. Si, la riforma è una disgrazia per le persone indigenti, pensionati in primo luogo. Ma ci siamo mossi in avanti in tutti i campi», ha detto il Presidente che, annunciando alcune «correzioni» nel campo della difesa sociale, ha subito aggiunto: «ma non vuol dire che cambieremo i principi base della riforma. La cosa più importante è non deviare dal corso intrapreso». Eltsin non ha però voluto illudere nessuno. Smentendo l'ottimismo del suo «stratega» economico, il vice-premier Gajdar, per il calo di alcuni prezzi e il rafforzamento del rublo, il Presidente ha detto senza esitazioni: «Ci sono dei segnali, ma sono temporanei. Abbiamo davanti ancora molti momenti difficili. Credo si dovrà aspettare almeno un anno». Cosa fare intanto? Coltivate gli orti in città, ha detto Eltsin. «Durante la guerra ho sofferto la fame. Nelle città si coltivava ogni pezzo di terra, mentre ora si inizia appena a capire, a lasciare i comizi per andare a zappare». Per i militari, il cui appoggio gli è indispensabile, il Presidente ha però avuto un occhio di riguardo. «Proprio stamattina ho firmato un decreto che li riguarda», ha detto». Ed ha iniziato a leggere. Lo stipendio minimo de¬ gli ufficiali è passato da 342 a 1800 rubli, ai congedati toccherà una buonuscita di 200 rubli, e a tutti aiuti per costruirsi la casa, e terra gratis da coltivare. La tensione con le altre repubbliche infatti cresce, e Eltsin ha bisogno di presentarsi paladino di un esercito allo sbando. A Kravchuk, però, non ha mandato nessun avvertimento, e al giornalista che gli chiedeva se la Russia si stia preparando per l'uscita dell'Ucraina dalla Comunità, ha risposto: «e perché dobbiamo spingerla a farlo?» I negoziati per mantenere in piedi la galassia di Stati emersi dall'Urss «sono duri», ma «le repubbliche non marciano più in colonna come un tempo. Ognuno ha la sua posizione, e bisogna rispettarla», tanto più che «la guerra con l'Ucraina è un assurdo, non ci deve essere e non ci sarà». Per i propri «alleati» di governo, poi, Eltsin ha avuto un sorriso. «Dovete abituarvi all'idea che l'epoca dell'unanimità è definitivamente passata, grazie a Dio». E agli attacchi sferrati contro i suoi più stretti collaboratori, il Presidente ha risposto con una domanda che non chiede risposta: «devo trovarmi nella posizione in cui si è trovato Gorbaciov quando, il 19 agosto tutti, dal capo della sua segreteria fino al Primo ministro, tutti lo hanno tradito? No grazie». Fabio Squillante Eltsin contesta l'ottimismo del suo governo sulla ripresa economica e invita i russi a resistere un anno e a fare orti di guerra ÉraJ

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