Terrore al Grand Hotel, Arsenio Lupin uccide di Enrico Benedetto
Terrore al Grand Hotel, Arsenio Lupin uccide FRANCIA Sequestrano le vittime in camera e le picchiano finché non consegnano i soldi: strangolato un inglese Terrore al Grand Hotel, Arsenio Lupin uccide Due rapinatori inappuntabili terrorizzano gli alberghi di Parigi PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un killer a 5 stelle s'aggira per Parigi. Anzi, due. Entrambi di mezza età, abito elegante, notevole savoir-faire, hanno colpito sinora nei migliori hotel cittadini. La sequenza è analoga: aggressione in camera, percosse, «interrogatorio» per conoscere dove il malcapitato businessman tiene i soldi, fuga. Nulla che ricordi i vecchi topi d'albergo e le loro «cavalleresche» rapine. Solo violenza, determinazione, spietatezza che giunge fino all'omicidio quando la vittima si ribella. E' successo qualche giorno fa: un manager britannico strangolato nella sua lussuosa stanza 1004 del Méridien Montparnasse. Dopo qualche incertezza, ora la polizia giudiziaria sembra mettere il delitto in relazione con gli altri episodi. E scatta l'allarme rosso. Se la coppia ha già ucciso, può uccidere ancora. E ovunque, perché gli hotel di lusso a Parigi sono decine: dietro i vari - conosciutissimi - Ritz, Crillon, Bristol, se ne celano decine ugualmente confortevoli ma ben più ampi, anonimi, incontrollabili. La psicosi avanza. Malgrado i grandi alberghi non vogliano per ovvi motivi pubblicizzare l'escalation, la stampa ormai ha fiutato il thriller e lancia l'allarme. Stupisce la tecnica, brutalmente efficace, quanto la cura nello scegliere i bersagli. Secondo gli investigatori, il duo entra in azione per la prima volta il 13 dicembre. Quel giorno - ore 21 - un manager giapponese attende tranquillo l'ascensore nella hall del prestigioso Concorde-Lafayette, XVII arrondissement. In cabina lo seguono due uomini, cui non presta attenzione particolare. La coppia gli va dietro con nonchalance sinché l'ignaro viaggiatore apre la porta del suo appartamento. Uno spintone, e gli sono addosso. Messa la tv a pieno volume, lo immobilizzano - polsi e caviglie - con un cordino. Spianate le armi, il duo intima: «Vogliamo i codici delle tue credit cards». Quindi, fazzoletto in bocca e scotch sulle labbra, lo rinchiudono nell'armadio. Medesima scena due giorni più tardi in un Sofitel. L'obiettivo un brasseur della provincia francese - comprende tuttavia le loro intenzioni con leggerissimo anticipo e si divincola. Lo scacco non si ripeterà. Al Méridien della Port Maillot - il terminal aereo parigino - un imprenditore nipponico viene selvaggiamente aggredito. Altri casi sparsi (il loro numero rimane segreto), poi giunge la morte. Malcolm Olson dirige lo scalo di Southampton, in Gran Bretagna. Il 10 febbraio scende nella capitale francese per un seminario europeo sugli aeroporti. Terminato il colloquio, prenota la cena e sale un attimo a rinfrescarsi. Il computer del Méridien Montparnasse registra l'attimo nel quale introduce la tessera magnetica per aprire la «1004»: sono le diciotto e cinquantaquattro. Da quell'istante nessuno lo vede più. Lo ritroveranno la mattina dopo esanime nella vasca da bagno, mani e piedi legati, nastro adesivo sulla bocca. Per strangolarlo sono ricorsi alla sua cravatta, che ancora gli serra il collo. La ferocia ricorda un'«esecuzione», ma è rapina. Forse l'atletico mister Olson resisteva oltre il dovuto, oppure per farlo «confessare» hanno esagerato. Quel cadavere, in ogni caso, accusa i due killer. Gli hotel hanno moltiplicato da allora le precauzioni. Senza grande successo. Malgrado detective interni, reception occhiute, tele camere, non è arduo eludere controlli. Basta disinvoltura, buon portamento e faccia tosta per «scivolare» ai piani alti. Dove l'assassino in vesti di gentleman forse attende un'altra chance. Enrico Benedetto
Persone citate: Arsenio Lupin, Maillot, Malcolm Olson, Olson, Port
Luoghi citati: Bristol, Francia, Gran Bretagna, Parigi
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