Il fratello cerca voti a Roma di Andrea Di Robilant

Il fratello cerca voti a Roma Il fratello cerca voti a Roma Obiettivo: i 75 mila americani in Italia ROMA. Passa anche'òVall'Italia la campagna elettorale americana. William Bush, fratello minore del Presidente, ha compiuto ieri un rapido «porta a porta» nella capitale per raccogliere voti e soldi dai cittadini americani che vivono in Italia. Colazione con esponenti repubblicani della comunità Usa, cocktail «rinforzato» e infine gran gala per quasi duecento persone all'Hotel Minerva, albergo rinascimentale a due passi dal Pantheon comprato e restaurato dalla catena Holiday Inn. Grande assente: l'ambasciatore Peter Secchia, uno dei maggiori «acchiappa-voti» di George Bush nelle ultime elezioni. Ma ieri ha dovuto accompagnare il Presidente Cossiga e ì ministri Rognoni e De Michelis in una gita in sottomarino nucleare. William Bush prosegue oggi per Bruxelles e Montecarlo, ultime tappe di un giro nelle principali capitali d'Europa. Doveva essere una tournée di tutto riposo, ma il risultato deludente del Presidente nelle primarie del New Hampshire - il suo rivale repubblicano Pat Buchanan ha ottenuto un inaspettato 40 per centi dei voti ha costretto William Bush a rimboccarsi le maniche. Del resto gli americani all'estero, che possono votare per posta circa un mese prima delle elezioni, formano un elettorato tutt'altro che irrilevante. «Republicans abroad», l'organizzazione dei repubblicani all'estero che ha sponsorizzato la visita di William Bush, cal¬ cola che gli elettori potenziali in Italia siano dai 50 ai 75 mila. «Il nostro compito è di incoraggiare questi americani a votare», dice Elayne Ghiron, presidente della sezione italiana. Tanto più che il 70 per cento questa la stime dell'organizzazione - vota repubblicano. William Bush, 53 anni, laureato a Yale come suo fratello maggiore, ex banchiere, da cinque anni dirige una società di consulenza finanziaria, la Bush-O'Donnel. Ed è proprio la sua esperienza in questo campo che gli ha permesso di svolgere un ruolo di primo piano nella raccolta di fondi nelle ultime tre campagne elettorali di suo fratello maggiore. Ieri sera all'Hotel Minerva c'era il tutto esaurito e gli ospiti hanno pagato 60 mila lire a testa. Non molto, ma ogni spicciolo è buono per riempire la cas- saforte elettorale del Presidente ora1 che la campagna elettorale promette di essere più impegnativa del previsto. Republicans abroad è presente in oltre 70 Paesi - la sezione italiana fu inaugurata nel 1980 - e in questi anni ha contribuito ad aumentare i voti repubblicani all'estero. In Italia sono state aperte sedi anche a Milano - dove William Bush si è fermato prima di venire a Roma -, a Torino, Genova, Firenze, Napoli, Bari e Avellino. Spiega Elayne Ghiron: «Molti elettori sono pensionati italo-americani tornati da poco in Italia ma che hanno ancora il passaporto americano. Noi li aiutiamo ad iscriversi per il voto, come richiede la nostra legge elettorale». I democratici hanno una organizzazione politica a livello europeo. Ma non hanno una sezione italiana e secondo alcuni, questa assenza avrebbe contribuito a ridurre l'elettorato democratico in Italia in questi ultimi anni. Andrea di Robilant