«Su Ustica soltanto menzogne e reticenze» di Giovanni Bianconi
«Su Ustica soltanto menzogne e reticenze» La relazione della Commissione stragi: l'Aeronautica è diventata la ottantaduesima vittima «Su Ustica soltanto menzogne e reticenze» Gualtieri: le indagini ufficiali condotte nel modo peggiore ROMA. I vertici dell'Aeronautica militare hanno depistato le indagini, allontanando la verità e gettando discredito sull'Arma azzurra; il governo «ha acquisito passivamente gli elementi forniti dalle autorità militari», senza effettuare controlli anche quando erano chiaramente necessari; i giudici della prima ora hanno perso tempo, senza fare quello che era in loro potere per capire cosa è successo. Insomma, se non si sa ancora come e perché il 27 giugno 1980 un Dc9 dell'Itavia è precipitato nel mare di Ustica provocando 81 vittime, per la commissione stragi «è possibile indicare al Parlamento le responsabilità dei poteri pubblici e delle istituzioni militari per avere trasformato una "normale" inchiesta sulla perdita di un aereo civile con tutti i suoi 81 passeggeri in un insieme di menzogne, di reticenze, di deviazioni, al termine delle quali alle 81 vittime se n'è aggiunta un'altra: quell'Aeronautica militare che, per quello che ha rappresentato e rappresenta, non me- ritava certo di essere trascinata, nella sua interezza, in questa avventura». Così scrive Libero Gualtieri, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi, nella relazione finale sul caso Ustica. E' il secondo documento, dopo quello sull'operazione Gladio, nel quale il senatore repubblicano contesta la "verità di Stato" su uno dei misteri della Repubblica, e punta il dito su politici e militari colpevoli di aver depistato, raccontato o avallato bugie. Sono sotto accusa anche i giudici che hanno condotto le indagini fino a due anni fa. «L'inchiesta giudiziaria - sostiene Gualtieri - è condotta ora con grande impegno e competenza, ma sconta il ritardo con cui furono individuate dai magistrati incaricati per primi talune problematiche». Non si sa ancora che destino avrà la relazione. La commissione stragi è convocata per discuterne mercoledì e giovedì della prossima settimana, ma i partiti di maggioranza vorreb- bero far slittare tutto a dopo le elezioni, quando il nuovo Parlamento avrà nominato una nuova commissione. In 67 pagine divise in otto capitoli, Gualtieri ripercorre la vicenda investigativa della strage di Ustica, ricalcando in gran parte il primo documento sull'abbattimento del Dc9 consegnato alle Camere il 1° ottobre 1990. In più c'è un giudizio finale complessivo: «Le conclusioni stanno nei fatti: le vicen¬ de di Ustica e del Mig non potevano essere affrontate in modo peggiore. Non c'è stata innocenza». Sul Mig libico ritrovato sui monti della Sila venti giorni dopo la strage di Ustica, il presidente della commissione dice che non c'è la prova di un collegamento diretto tra i due episodi, ma che certamente - per il Mig come per il Dc9 - c'è stato un intervento di depistaggio che lascia aperta l'ipotesi della connessione. I vertici dell'Aeronautica militare, secondo Gualtieri, sono colpevoli di aver ostacolato le indagini creando una controverità ogni volta che si faceva strada un'ipotesi sulle cause della strage: parlarono di cedimento strutturale quando esistevano già le testimonianze sull'esplosione a bordo; parlarono di bomba quando prendeva corpo l'idea del missile. C'è stata un'opera di «bilanciamento» e di «neutralizzazione» delle varie ipotesi di volta in volta prevalenti. Tutto da chiarire, poi, è il comportamento del capo del Sios Aeronautica, il gene¬ rale Tascio: «molte perplessità», per Gualtieri, desta il suo contatto col pubblico ministero della prima inchiesta Santacroce. E nei suoi documenti ci sono «una serie di inesattezze, tutte convergenti sulla tesi che vicino al Dc9 non vi fosse un altro aereo e che quindi non poteva esserci un missile». Oltre ai giudici (si dice che non hanno saputo far meglio che "processare Davanzali", il presidente dell'Itavia), anche i politici sono responsabili di essere appiattiti sulle varie versioni fornite dall'Aeronautica, da cui il governo «si limitò a farsi tranquillizzare». Ci sono critiche anche per il primo collegio di periti. Tra i gruppi di opposizione la relazione di Gualtieri viene giudicata, comunque, troppo blanda nei giudizi. «Evidentemente - commenta il senatore del pds Macis - l'atteggiamento della de che blocca i lavori della commissione stragi comincia a dare i suoi frutti». Giovanni Bianconi Il senatore Libero Gualtieri
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