Quartetto al femminile di Angelo Dragone

Quartetto al femminile Artiste italiane e straniere in una mostra da Persane Quartetto al femminile Rassegna di tante testimonianze provenienti da Paesi diversi Dal sottile umorismo della Ruggeri al rovinismo della Muskardin Giorgio Persano (piazza Vittorio Veneto 9, sino al 6 marzo) presenta un interessante quartetto internazionale tutto al femminile. Due le italiane: la romana Anna Muskardin, laureata (1981) in Storia dell'Arte nell'Università «La Sapienza» e la milanese Laura Ruggeri, uscita dal Dams di Bologna con una laurea (Facoltà di Lettere) in Tecniche della fotografìa (1991). Le straniere: Tina Bepperling, tedesca di FriedbergHess, ma viennese di formazione culturale (Scuola di Scultura) e di residenza; e Beate Terfloth di Hongkong con un lungo soggiorno di studio (1979'86) nelle Accademie di Monaco e di Berlino, un anno da borsista al Daad di Roma, poi ancora in Germania, alla Fondazione per l'Arte del Baden-Wùrtemberg (1990) e, per il disegno, a Norimberga (1991). Tutte e quattro, dunque, con gli occhi e la mente esercitati da stimoli culturali d'indubbia apertura internazionale, tra un'attuale pratica dell'arte e non senza quella prospettiva propria di chi ha imparato a confrontarsi con la storia. Qual è, dunque, il carattere' della loro ricerca? quali i «codici» linguistici usati? In parole povere che cosa fanno, e che cosa «ci» dicono con l'originale testimonianza dei loro lavori, pur così diversi? Laura Ruggeri, con le sue lenzuola stese su due corde, in parallelo, recando ogni tela l'impronta fotografica di alcuni cerchioni d'auto Fiat, lo fa mettendoci insieme una buona dose di humor, esorcizzando con quell'aria di domestico bucato, la banalità del quotidiano: c'è il ricordo d'un panorama da tempo scomparso, verrebbe da dire, «dentro» le lavatrici elettriche, ma anche l'allusione al tutto novecentesco mito dell'auto, anch'esso in procinto, forse, ad essere, più o meno alla lunga, sotoposto a «trasmutazione», almeno stando all'interpretazione di Francesca Pasini la cui lettura è un indubbio, colto esercizio. Di Tina Bepperling, piace il drastico piglio con il quale «taglia» il rapporto narcisistico offerto dallo specchio. Faccia al muro, il suo «Retrospecchio» (1992) esclude di fatto lo sguardo, e ogni più o meno compia¬ ciuta presenza estranea, lasciando soltanto all'immaginazione di insinuarsi tra superfìcie specchiante e il muro. Quali itinerari sono stati scritti da Terfloth sui muri della sua stanza? Sono linee tracciate a coppie, come strade, su mappe che attraversano intere pareti. Qua e là delle cancellature: che son forse i dubbi, gli incerti d'ogni vita. Non ci si lasci scoraggiare dal neo-rovinismo di Muskardin con transenne abbattute e l'angoscia d'una scala metallica abbandonata. Alla parete, undici scomparti rivelano con rigore progettuale il diseguo dell'insieme: una sequenza con qualcosa di prezioso, che sa di predella d'un polittico antico. Angelo Dragone «Lè decodaM «La caduta» è il titolo dell'opera composta dalla romana Muskardin

Persone citate: Anna Muskardin, Francesca Pasini, Giorgio Persano, Laura Ruggeri, Ruggeri, Terfloth

Luoghi citati: Baden-wùrtemberg, Berlino, Bologna, Germania, Monaco, Norimberga, Roma