«Senza straordinari niente elezióni»

«Senza straordinari, niente elezioni» Sotto accusa i tagli della Finanziaria, i sindacati del pubblico impiego chiedono l'intervento del governo «Senza straordinari, niente elezioni» Idipendenti comunaltin rivolta sipreparano alto sciopero Facce scure ieri pomeriggio in via Giulio, alla conferenza dei servizi per le elezioni. Con tutti i capi del settore intorno all'assessore municipale per i servizi demografici, Giuseppe Lodi, repubblicano, presente il segretario generale del Comune, Francesco Incandela. La notizia che la finanziaria prevede il taglio di 30 ore di straordinario il mese (alle amministrative del maggio '90 ne erano consentite 80, adesso se ne potranno fare soltanto 50) è stata accolta e discussa con una buona dose di scetticismo. «Forse a Roma pensano che le elezioni non siano tra poco più di un mese e mezzo, il 5-6 aprile, ma tra un anno, nel 1993» dicono i rappresentanti sindacali di una categoria sul piede di guerra, pronta a proclamare lo stato di agitazione - e a mettere davvero a rischio le elezioni - se il governo non farà marcia indietro, consentendo un margine maggiore di ore straordinarie a dipendenti che saranno sotto pressione sino a maggio. La legge prescrive infatti che, dopo il voto, rimangano «all'erta» ancora trenta giorni per i controlli e per rispondere alle eventuali contestazioni di cittadini. Per avviare le operazioni della campagna elettorale (si inizia ufficialmente il 5 marzo alla scadenza del termine di presentazione dei simboli e delle liste in tribunale) il Comune può disporre, fra dipendenti dell'ufficio elettorale e dell'ufficio leva, di un centinaio di persone alle quali se ne aggiungeranno 80 con impiego bimestrale, in arrivo dal Collocamento. «Ci dicono - afferma l'assessore Lodi - che si tratta di personale "generico". Mi domando come potremo utilizzarlo per un lavoro nei fatti specialistico». Questa «truppa» formata da cento effettivi e 80 avventizi dovrà mettere in moto la macchina elettorale cittadina: 1684 seggi (39 speciali), l'esercito dei6814 scrutatori (78 per i seggi speciali). Il lavoro più urgente - spiega l'assessore - sarà la «seconda revisione» degli elenchi dei cittadini aventi diritto al voto. Alla prima verifica, svolta a gennaio, gli elettori di Torino sono risultati essere 826.342: ovvero 11.423 in meno rispetto alle amministrative del maggio '90. Gli aventi diritto residenti all'estero sono 9853 dei quali 4635 residenti in Paesi della Cee e 5218 fuori dalla Comunità europea. «Sono ancora dati ufficiosi precisa Lodi -. Prima del 5 aprile faremo altre verifiche». Un lavoro che porta via tempo, che comporta orari lunghi. In passa- to la media degli straordinari nel periodo elettorale era di 350 ore. Adesso dovrebbe scendere a 150. Ce la farete? «Con la buona volontà si supera tutto» dicono in via Giulio. Confidando, però, che il «decreto-scure» sugli straordinari sia rivisto. La prossima settimana i segretari comunali delle maggiori città lo chiederanno al ministro dell'Interno. Giuseppe Sangiorgio «II lavoro più urgente - spiega l'assessore ai servizi demografici Giuseppe Lodi - sarà la revisione elenchi degli aventi diritto al voto»

Persone citate: Francesco Incandela, Giuseppe Lodi, Giuseppe Sangiorgio

Luoghi citati: Roma, Torino