Parte la grande corsa allo Stato Spa di Francesco Forte

Parte la grande corsa allo Stato Spa Scontro sulla mobilità degli ex di Ivrea. Il pli: «E' anticostituzionale». Il psi: «E' da bocciare» Parte la grande corsa allo Stato Spa Gaspari: «Pronti altri 60 mila posti per ex operai» ROMA. Mentre prosegue la battaglia, a colpi di comunicati, lo scontro sulla «soluzione» Olivetti raggiunge i banchi del Parlamento. Tema centrale: è giusto scaricare sul settore pubblico i lavoratori che le aziende private considerano «di troppo»? E per metterli dove, a far che? Ad aprire le ostilità su questo fronte è il capogruppo liberale alla Camera, Battistuzzi, con un'interrogazione al ministro Marini nella quale si domanda se con l'accordo «siano stati o meno violati i principi costituzionali dell'accesso nelle pubbliche amministrazioni mediante pubblico concorso e in condizioni di uguaglianza». Inoltre, «se sia opportuna o meno la violazione dei criteri generali in materia di mobilità nelle imprese private e la vanificazione degli obiettivi di mobilità interna nel pubblico impiego». E al di là della legittimità costituzionale o meno, i posti pubblici ci sono? Una risposta indiretta viene da un altro ministro, Remo Gaspari (Funzione Pubblica), che assicura: sono 50-60 mila i posti vacanti nel Centro-Nord; di questi, saranno mille quelli occupati dai lavoratori in esubero dell'Olivetti, sulla base dell'accordo raggiunto tra sindacati, gruppo De Benedetti e governo. Il 21 gennaio scorso, nel decreto legge sui prepensionamenti, il governo ha esteso la possibilità di passare direttamente (cioè senza concorso) dalle industrie al settore pubblico allargato, anche ai lavoratori in possesso di un diploma di scuola superiore. E, in sede di conversione in legge del decreto, che scadrà il 20 marzo, il governo si è già impegnato a presentare un emendamento per «rafforzare» quella possibilità. Le spiegazioni non sono state sufficienti a placare un coro di proteste incrociate, spesso contrapposte tra loro. «Ma allora è vero, abbiamo capito bene quel che ha detto Marini: i posti ci sono, vale la logica "bussate e vi sarà aperto". Ma a pagare è sempre Pantalone» sostiene una frangia. E un'altra, ritenendo questo attacco diretto all'Olivetti, replica: «Ma perché scandalizzarsi tanto, altre aziende usano il "passaggio" di dipendenti alla pubblica amministrazione». E De Benedetti aggiunge: «Mi risulta che anche l'Iveco stia percorrendo questa strada». La Fiat «precisa» con un secco comunicato: «Nessuna azienda del Gruppo ha mai usufruito della mobilità verso la pubblica amministrazione. E non intende avvalersi di tale opportunità». Aggiunge a scanso di equivoci: «Se alcuni accordi di ristrutturazione raggiunti con i sindacati indicano tra i possibili strumenti per superare eccedenze struttu¬ rali di personale anche il ricorso alla legge 407-1990, ciò risponde ad un'esigenza tecnica di elencazione di tutte le possibilità offerte dal nostro ordinamento giuridico richiesta anche dalle organizzazioni sindacali». La battaglia intanto continua, come si è detto, sull'ipotesi di accordo Olivetti e gli interventi si moltiplicano. Il Consiglio comunale di Crema vota un ordine del giorno sottolineando che non potrà essere accolta nessuna soluzione che preveda la cessazione dell'attività Olivetti nel centro lombardo senza garanzie; i lavoratori di Pozzuoli portano la protesta fuori dallo stabilimento e puntano ad ottenere uno «spazio» in tv a Samarcanda; 47 membri della Fiom (aderenti alla minoranza di «Essere Sindacato») chiedono l'immediata convocazione del comitato centrale; Rifondazione Comunista respinge la chiusura di Crema. Ma la novità più rilevante è rappre- sentata dalla «bocciatura» del psi. Nell'editoriale dell'Avanti!, in edicola oggi, il responsabile economico socialista Francesco Forte sostiene che «sono due i punti che non convincono: la trovata dello spostamento di 1000 addetti al servizio pubblico con la mera garanzia del ministro della Funzione Pubblica; lo smantellamento totale dello stabilimento di Crema che occupava ben 800 addetti in un comprensorio di 30 mila abitanti». E' particolarmente critico sul trasferimento dei lavoratori al settore pubblico e ricorda che «nella finanziaria si è stabilito il blocco delle assunzioni»;- infine, «quale obbligo hanno le varie amministrazioni di fare queste assunzioni?». Quanto al consorzio per l'informatica, a Crema, dice «è una scatola vuota». Insomma, la lista dei «contro» si allunga. Francesco Bulk» E La Fiat precisa: «Non abbiamo mai usufruito ditale opportunità né intendiamo avvalercene» A sinistra Remo Gaspari a destra Francesco Forte

Persone citate: Battistuzzi, De Benedetti, Francesco Forte, Gaspari, Remo Gaspari

Luoghi citati: Crema, Ivrea, Pozzuoli, Roma, Samarcanda