Usa-Csi, un giorno di Guerra Fredda di Paolo Passarini

Usa-Csi, un giorno di Guerra Fredda L'incidente una settimana fa nel Mare di Barents, Mosca: «Violate le acque territoriali» Usa-Csi, un giorno di Guerra Fredda Scontro tra sottomarini nucleari, scambio d'accuse WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sembra una storia di tanti anni fa, di quando esisteva ancora una cosa chiamata Guerra Fredda. Ma è successo. Due sottomarini nucleari, uno americano e uno russo, sono entrati in collisione nel Mare di Barents. Il governo russo ha inviato una protesta a Washington, sostenendo che il sottomarino americano aveva violato le sue acque territoriali. Il Pentagono ha smentito questa circostanza. Ma, mentre non si è ancora capito chi abbia colpito chi, non è chiaro perché dell'incidente, avvenuto una settimana fa, Stati Uniti e Russia abbiano dato conto, contemporaneamente, solo ieri, pur mantenendo versioni diverse. Inoltre, nessuna delle due parti ha fornito una spiegazione comprensibile dell'accaduto e, anzi, il Segretario per la Difesa americano, Dick Cheney, ha dichiarato bruscamente che «non è costume del Pentagono discutere i dettagli di simili operazioni» e che, dell'accaduto, si è deciso di informare ufficialmente Boris Eltsin, che del resto ne era già più che al corrente, solo «come una cortesia da dopo-Guerra Fredda». E questo strano atteggiamento ha rafforzato invece l'impressione che questa è proprio una storia tipica della Guerra Fredda. Di sicuro c'è: che, 1*11 febbraio, il sottomarino nucleare della Marina degli Stati Uniti «Baton Rouge» è entrato in collisione con un sottomarino nucleare sovietico nella zona Sud del Mare di Barents, al largo della penisola di Kola; che, come ha informato l'agenzia Interfax, il governo russo, a cui ora spetta il comando dell'ex-marina sovietica,-ha protestato con la-Casa Bianca; che non ci sono stati danni gravi; che il segretario di Stato James Baker, attualmente a Mosca,-ha parlato dell'incidente ieri con Eltsin. I militari russi sostengono che la collisione ha avuto luogo entro la fascia di 12 miglia dalla costa che, secondo i trattati internazionali, delimita le acque territoriali. Secondo il generale Evgheni Shaposnikov, capo delle forze armate della Csi, «il sottomarino russo è stato colpito da quello americano sulla parte destra». Molto più contraddittoria la posizione del Pentagono, tanto che sarebbe più giusto parlare di diverse posizioni. Un primo comunicato ufficiale della Marina, diffuso ieri mattina, ha sostenuto che il «Baton Rouge» «era a profondità di periscopio quando è stato colpito da un sommergibile della Csi in emersione». Lo stesso comunicato ufficiale non ha fatto alcun riferimento alla posizione del «Baton Rouge», se, cioè, era dentro o fuori le acque territoriali. Più tardi sia Cheney sia un portavoce ufficiale del Pentagono hanno sostenuto apoditticamente che il sottomarino americano era «parecchie miglia» al di fuori delle acque territoriali rus- se. Ma, quando al portavoce della Difesa, Bob Hall, è stato chiesto «chi abbia colpito' chi», la sua sibillina risposta è stata: «Questa è una cosa molto difficile da stabilire». Perché il Bàton Rouge è stato richiamato in patria se non ci sono stati danni? «Per normali controlli di sicurezza». Quali autorità sovietiche avete avvertito dell'accaduto? «Baker ha parlato con Eltsin». Perché? Non lo sapeva già? «Per una questione di correttezza». Ci può dare una cronologia di episodi simili occorsi in passato? «Non credo di potere». Su quest'ultimo punto in particolare, Cheney è stato ancora più brusco. «Non mi sorprende affatto quello che è successo - ha detto il segretario per la Difesa -. Abbiamo un certo numero di sottomarini che operano in quell'area. E' un'importante operazione di sicurezza e non ho alcuna ragione di credere che ci sia un qualche fondamentale problema tale da richiedere un mutamento della nostra politica». Attorno alla penisola di Kola ci sono le più importanti basi navali russe. E la risposta di Cheney è suonata come la rivendicazione di un diritto di spionaggio. La Guerra Fredda è finita, ma, probabilmente, gli americani sono più preoccupati adesso di prima di quanto sta succedendo nell'ex Unione Sovietica. Paolo Passarini Cheney: abbiamo diritto di tutelare la sicurezza degli Stati Uniti Un sommergibile Usa della classe cui appartiene il Baton Rouge