Stop olla commissione Stragi
Stop olla commissione Stragi De e psi disertano la riunione facendo mancare il numero legale Stop olla commissione Stragi Ma ilpresidente Gualtieri&sli altri cormn^^ridecidono di andare avanti In"sWfhtana sàftinno dentate le^reiaWoW^ftcasi Gladio, UffiffiTeMbVó ROMA. La commissione d'inchiesta sulle stragi tenta di andare avanti nel suo lavoro, nonostante il veto di de e psi. Ieri i rappresentanti dei partiti di maggioranza non si sono presentati alla riunione dell'ufficio di presidenza, facendo così mancare il numero legale. Ma chi c'era (il presidente Gualtieri e i rappresentanti di pds, sinistra indipendente, radicali, verdi e msi) ha discusso sul da farsi. E' stato deciso che in settimana saranno comunque depositate le relazioni finali sui casi esaminati dalla commissione: oltre a Gladio, Ustica, sequestro Moro e attentati in Alto Adige. Per discutere questi documenti, Gualtieri ha convocato l'intera commissione per il 26 e 27 febbraio prossimi. Ma nel frattempo si è aperto un altro fronte della guerra scatenata tra i vari inquirenti (magistratura e commissioni d'inchiesta) dal caso Gladio. Gualtieri ha infatti annunciato ai commissari l'invio di un esposto-denuncia al Csm, al pg presso la Cassazione e al ministro della Giustizia contro i sostituti procuratori romani Ioni a e Palma. I due giudici la scorsa settimana, nell'ambito delle indagini sulla violazione del segreto che avevano portato all'arresto del direttore e di un collaboratore dell'agenzia «Punto critico», poi scarcerati, avevano interrogato come testimone anche il funzionario della commissione stragi Antonio Maresca. Evidentemente, nell'interrogatorio di Maresca il presidente Gualtieri ha intravisto un'interferenza dei giudici nell'attività della Commissione. I motivi del ricorso, però, non sono stati resi noti, né è stato spiegato quali irregolarità avrebbero commesso i due giudici. Contrario alla decisione di andare avanti con il deposito delle relazioni, tra i presenti all'incontro di ieri mattina, solo il rappresentate missino. Il capogruppo democristiano Lucio Toth, invece, manda a dire a Gualtieri: «Non riteniamo possibile procedere alla convocazione della commissione per discutere relazioni che sarebbero soltanto opinioni particolari dei singoli commissari o dei partiti di appartenenza. La decisione di Gualtieri contrasta con lo spirito e con la lettera di quanto scritto dai presidenti del Senato e della Camera, perché è evidente che viene assunta contro il parere di gran parte delle forze politiche e che pertanto manca di quel "largo consenso" cui la lettera dei presidenti faceva riferimento». Proprio la lettera di Spadolini e lotti sul proseguimento dei lavori rappresenta un capitolo ancora non chiaro di questo epilogo della commissione. Gualtieri sarebbe infatti intenzionato a rispondere ai due presidenti per chiedere lumi su quel «largo consenso» delle forze politiche posto come condizione necessaria per proseguire l'attività fino al 5 marzo. Gualtieri vuol sapere se, anche senza quel consenso, sia possibile concludere gli «atti intemi» come il deposito delle relazioni. (gio. bia.]
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