In piazza la rabbia dei poliziotti :

In piazza la rabbia dei poliziotti In piazza la rabbia dei poliziotti Sit-in al Viminale: «Basta, non siamo di serie B» ROMA. Ecco di scena il malessere dei poliziotti, in strada, con un volantino in mano e la faccia scura. Non sono operai in cassa integrazione, questa volta, né studenti a sfilare per il centro di Roma. Ma l'atmosfera è quella. I sindacati di polizia, per la prima volta insieme - il Siulp e il Sap, 70 mila iscritti in due - fanno manifestare i loro aderenti davanti alle questure di tutta Italia. A Roma, sono in duecento davanti al Viminale. Indossano giacconi e cappotti. Molti sono appena smontati dal turno notturno e hanno la faccia stanca, con le borse sotto gli occhi. I più sono sindacalisti. Distribuiscono volantini: «Basta con i ritardi». Ma non si mischiano con gli eleganti funzionari del ministero che gli passano sotto il naso. E alle dieci, decidono che un sit-in da solo non basta: ci vuole anche una manifestazione, con corteo, striscioni e un secondo sit-in davanti alla Camera dei deputati. Partono alla spicciolata, quindi, senza aspettare troppe autorizzazioni. Distribuiscono i loro fogli di protesta alla gente che guarda perplessa dai marciapiedi. Gli striscioni tolgono ogni dubbio: polizia scientifica, commissariato Tor Pignattara. Sono agenti, non normali manifestanti. Li precede un'auto civetta con due colleghi a bordo. E i duecento - che nel frattempo sono cresciuti a tre, quattrocento persone - sfilano per via Nazionale, piazza Venezia, via del Corso. Niente slogan. «La manifestazione era stata concordata preventivamente con il questore - ci tiene però a sottolineare Antonio Margherito, già capitano della Celere, figura storica del movimento sindacale in polizia e oggi responsabile provinciale di Roma del Siulp ma fino all'ultimo non avevamo deciso se farla, oppure no». Alla fine, prevale la voglia di farsi sentire. Tra i ranghi dei poliziotti manifestanti c'è irrequietezza: lo si capisce quando il piccolo corteo arriva in vista del Quirinale. Un semaforo e cinquecento metri di strada dividono i manifestanti dal Presidente, che invano aveva chiesto di sospendere ogni forma di protesta. E c'è chi urla: «Che cosa andiamo a fare alla Camera, dove non c'è nessuno? E' al Quirinale che c'è la riunione. E' lì che si decide; andiamo là sotto». Ma il sindacalista Margherito, con un megafono in una mano e la bandierina Siulp nell'al¬ tra, va dritto, trascinando gli altri. Ammette: «Sì, è vero. C'è stato qualche momento di tensione». E spiega il segretario generale del Siulp, Antonino Lo Sciuto, nell'intento di spegnere ogni polemica con il Quirinale: «Anche noi siamo preoccupati di possibili strumentalizzazioni. Ma è ingiustificato ogni allarmismo sulla tenuta delle forze di polizia». Eppure qualche tensione, neppure troppo sotterranea, percorre il corteo. Oltre le rivendicazioni economiche, emerge anche la frustrazione di una polizia in eterna rivalità con i carabinieri e che si sente sotto attacco da tutte le parti. L'uscita di Martelli sulla «impreparazione» dei due giovani carabinieri uccisi nel salernitano, ad esempio, li fa andare in bestia. Un sindacalista, Vincenzo Sapio: «Non facciamoci illusioni: questo è un mestiere che si fa sulla strada, dove noi portiamo la divisa e gli altri si mimetizzano tra la gente per bene. Martelli se la poteva risparmiare quella frase, quando c'e¬ rano in terra ancora due giovani». L'accenno alle scorte, poi, scatena un diluvio di rabbia. «Quelle maledette scorte ai vip e alle loro abitazioni... - dice un altro sindacalista, Antonio De Franco - Non sono mai state ridotte. E i cittadini devono sapere che per ogni appartamento servono quindici agenti, tre per ogni turno. Noi non riusciamo a mettere insieme l'equipaggio delle volanti. Migliaia di poliziotti e carabinieri ogni giorno. E veniamo ridotti a fare i portieri. Oppure i guardamacchine dei potenti». E il via alla polemica contro le alte gerarchie. Giorgio Innocenzo del Sap: «La vera rivalità non è alla base, tra polizia e carabinieri. E' ai vertici. Un'operazione brillante significa una promozione oppure no. E allora il colonnello dei carabinieri o il vicequestore non li tiene più nessuno. In queste condizioni è illusorio parlare di coordinamento». Francesco Grignetti LE FORZE DI POLIZIA IN ITALIA 100.000 CIRCA 96.000 [PIÙ* 14.000 AUSILIARI DILEVA] I) IT" 1 li! m m 1 • Conversione in legge del decreto sulle equiparazioni: sottufficiali di carabinieri, sottufficiali della Finanza e sovrintendenti di polizia sono equiparati agli ispettori di polizia, (aumento generalizzato di 200 mila lire circa). 2* Conversione in legge del decreto sugli organici: assunzioni per ventimila persone. 3» Ruolo negoziale per i Cocer (che diventano veri sindacati). 4. Delega al governo per il riordino complessivo delle carriere: istituire i luogotenenti (specializzati in indagini, con titolo di studio, assimilabili agli ispettori di ps) tra carabinieri e finanzieri. 5. Rivendicazioni economiche per la base: appuntati dei carabinieri e agenti. 20.000 18.000 57.000 POLIZIA DI STATO CARABINIERI GUARDIA DI FINANZA CORPO FORESTALE POLIZIA PENITENZIARIA

Persone citate: Antonino Lo Sciuto, Antonio De Franco, Antonio Margherito, Francesco Grignetti, Giorgio Innocenzo Del Sap, Margherito, Vincenzo Sapio

Luoghi citati: Italia, Roma