«Siete galline» e perde il posto in lista di Liliana Madeo

«Siete galline» e perde il posto in lista Esultano le compagne per l'«atto di democrazia», lui finisce in ospedale per disturbi al cuore «Siete galline» e perde il posto in lista Vendetta delle donne di Rifondazione contro il regista Vivarelli ROMA. Lui, il compagno Piero, le aveva definite «quattro galline isteriche». Loro, le donne di rifondazione comunista, non hanno incassato l'offesa e hanno fatto cadere la sua testa. E' la prima vittoria che il pensiero della differenza sessuale, insinuatosi fra le pieghe del nuovo partito, ottiene. Maura Cossutta, figlia del leader di rifondazione, parla del depennamento dell'aspirante deputato come di «un atto di democrazia». Argia Simone, candidata nella circoscrizione di Roma, parla di «un successo delle donne». Il comitato politico della federazione riconosce che «quelle valutazioni appartengono a esasperazioni arretrate». E lui, il colpevole? Piero Vivarelli - regista in jeans stile fuseaux, con forti interessi per la musica leggera e una tardiva vocazione per la politica trasgressiva - finisce in ospedale con il suo pacemaker che fa i capricci. Le avvisaglie della tempesta risalgono all'autunno scorso. Ersilia Salvato, già deputato pei, racconta: «Subito abbiamo incominciato ad incontrarci, io e le altre donne che avevamo elaborato nel pei quella cultura della differenza che non abbiamo alcuna intenzione di cancellare». Nasce la proposta di «un luogo delle donne», come punto iniziale per fare politica. Al congresso nazionale, in novembre all'Eur, l'articolo dello statuto che prevede questi luoghi viene bocciato. Votano contro gli uomini e molte donne, «le vetero pei e quelle che temono la sindrome Livia Turco, hanno cioè paura che anche le donne si facciano prendere dalla smania del potere» raccontano le delegate che quel giorno - per l'ira e l'indignazione - buttano all'aria le loro tessere. Il 29 novembre, nella sala delle Ferrovie dello Stato di via Giolitti, si apre il congresso provinciale. C'è anche Vivarelli, autore di film come «Io bacio... tubaci», «Decamerone nero», «Rita la figlia americana». Grida, contro le donne che vogliono far politica a modo loro. Le chiama «queste quattro galline isteriche!». Nella sala c'è mormorio, qualche voce indignata. Ma gli iscritti a parlare sono tanti, il tempo è poco. La questione non ha seguito. Il 13 febbraio, in un'assemblea del comitato romano, ecco la lista dei candidati alle prossime elezioni. E il nome del regista. Questa volta le donne non tacciono. «Uno così non bisognerebbe neanche chiamarlo compagno. Nel vecchio pei mai ci si mancava di rispetto» dice severa - Marina Rossanda, già senatrice pei. «Pure la compagna che aveva proposto la sua candidatura, e che non si riconosceva nel progetto dei luoghi delle donne, si sente offesa e dichiara che non vuole essere rappresentata da una persona così. Con quella battuta Vivarelli si era giocato la candidatura» racconta la Simone. Le donne propongono la sua sostituzione. Si vota per alzata di mano: la proposta passa, a larga maggioranza. Liliana Madeo

Persone citate: Ersilia Salvato, Livia Turco, Maura Cossutta, Piero Vivarelli, Rossanda, Vivarelli

Luoghi citati: Roma