«Il pasto nudo» di Cronenberg sconcerta il FilmFest con gli incubi di Burroughs di Lietta Tornabuoni

BERLINO Niente è vero tutto e permesso «Il pasto nudo» di Cronenberg sconcerta il FilmFest con gli incubi di Burroughs BERLINO Niente è vero tutto e permesso BERLINO DAL NOSTRO INVIATO Il pasto nudo-film, Naked Lunch presentato al FilmFest, stupefacente percorso di David Cronenberg attraverso il corpo e la mente di William Burroughs, incontro nella logica del sogno e dell'incubo tra il regista della mostruosità e lo scrittore della droga, alleanza di due grandi e perversi talenti contemporanei, comincia a New York, nel 1953. Un uomo alto, inagrissimo, elegante, dallo strano sguardo lugubre, penetrante e ansioso, vestito di marrone, con un cappello marrone, entra nella stanza marrone d'un appartamento marrone (è questo, marrone dorato o ruggine, un ersatz del bianco e nero, il colore di tutto il film, fotografato da Peter Suschitzky in una luce romantica da vecchio gangster-movie). L'uomo somiglia a William Burroughs nelle vecchie fotografie di giovinezza: invece è Peter Weller, l'attore interprete della creatura bionica in Robocop. L'uomo fa di mestiere l'Exterminator (la parola è il titolo d'un libro di Burroughs del 1960), il disinfestatore, lo sterminatore di scarafaggi: e l'insetto, si sa, simboleggia l'inconscio.. L'uomo entra in casa, e trova la bella moglie che sta facendosi un'iniezione di insetticida (l'insetticida, si capisce, sta per la droga) nella mammella destra. Il pasto nudo-film finisce a Tangeri. In partenza, l'uomo marrone, che si chiama Bill Lee con il primo pseudonimo usato da Burroughs, dichiara d'essere uno scrittore. La polizia di frontiera non ci crede: lo dimostri, di essere uno scrittore. Lui tira fuori una stilografica. Non basta, per la polizia. Allora lui si rivolge alla donna vicina, che è identica a sua moglie essendo sempre Judy Davis, però non è sua moglie. Le chiede di mettersi un bicchiere sulla testa, spara al bicchiere come giocando a Guglielmo Teli, ammazza la donna: ripetendo l'atto con cui Burroughs ammazzò la propria moglie al Messico nel 1951, ripetendo l'atto con cui lui nel film ha ammazzato sua moglie, ripetendo un'uccisione che seguiterà a ripetere per sempre perché, dice il regista, «questo è il suo inferno, la sua condanna». Tra l'inizio e la fine, simboli e oscenità, mistica e sesso, droga, ironia e mostri. Apparizioni straordinarie: un grosso insetto che parla da uno sfintere peloso dando ordini o sugge- rendo cosa scrivere al protagonista; iniezioni praticate da sudice dita febbrili nella gamba, nel piede, ovunque; i Mugwumps, mostri burroughsiani dalla testa costellata di tubi o capezzoli vaccini che secernono liquido stupefacente; macchine per scrivere mutate nel già noto insetto loquace e letterario; Julian Sands come ricco omosessuale elegante vestito di bianco che si muta in un enorme insetto predatore per possedere sadicamente un ragazzo dentro una gabbia; un animale coitale, dal corpo di scorpionide e dalle tonde natiche umane altalenanti; millepiedi dappertutto, vivi e morti, grandi e piccoli, al naturale, seccati o trasformati in gioiello; l'edificio, vasto e perduto come una fumeria d'oppio o una Crack-House, dove torpidi clienti succhiano droga dai capezzoli dei Mugwumps. Eppure, volendo ridurre in film (per annosa passione e amorosa vicinanza) Il pasto nudo, il libro più impraticabile dello scrittore più sovversivo dei Sessanta, l'amato e terribile canadese David Cronenberg ha scelto la via facile: ha lasciato quasi completamente da parte II pasto nudo (rifacendosi magari a Junkie o ad altri testi) per raccontare invece una biografia fantasmatica di Bur- roughs, devastato dalle droghe e dall'uxoricidio, nel periodo in cui scriveva II pasto nudo. Dall'opera, il regista s'è quindi spostato alla vita dello scrittore, eliminandone quasi del tutto l'essenziale componente omosessuale, conservandone le atmosfere, l'aura, le ossessioni, e scegliendone un motto: «Niente è vero, tutto è permesso». Così la narrazione può diventare persino semplice. Bill Lee, newyorkese sterminatore di scarafaggi, e sua moglie, un'intellettuale declassata quanto lui, molto amici di Hank (che sarebbe Jack Kerouac) e di Martin (che sarebbe Alien Ginsberg), sono drogati sorvegliati dalla polizia. Per disintossicarsi, lui cade nelle mani del dottor Benway (Roy Scheider), ambiguo e diabolico ciarlatano. Bill Lee uccide la moglie e fugge nell'Interzona, la zona internazionale della Tangeri mitica e sparita del dopoguerra, rifugio di senzapatria, trafficanti, drogati, omosessuali ed eccentrici, dove tutti o quasi sono scrittori.' A Tangeri incontra i Frost, una coppia di scrittori (Ian Holm e ancora Judy Davis, che sarebbero Paul Bowles e sua moglie Jane); incontra Kiki, ragazzo arabo bello e dolce di cui. s'innamora. Attraverso successivi stati di allucinazione, con l'aiuto di Kerouac e Ginsberg che l'hanno raggiunto, diventa scrittore, autore de Il pasto nudo. Insomma, sintetizza ulteriormente Cronenberg: «Aver ucciso la moglie obbliga il personaggio ad esaminare la sua vita, a esiliarsi per capirla: e questo cambiamento lo forza a essere, suo malgrado, uno scrittore». Facile, semplice, chiaro. Ma il film, tutto girato in studio come in un clau.st.rofobico paesaggio mentale superartificiale, è assai meno schematico, molto riuscito, affascinante. A Berlino è stato accolto in silenzio alla prima proiezione, senza un applauso, con ' sconcerto, indecisione. Il regista ne è stato contento: «So che siete delusi: ma a me piace deludere le aspettative della gente». Lietta Tornabuoni // regista dei mostri incontra lo scrittore della droga: alleati due grandi e perversi talenti

Luoghi citati: Berlino, Messico, New York, Tangeri