Ceramiche e disegni da mettere nell'arca con la firma di Lenci di Angelo Dragone

Ceramiche e disegni da mettere nell'arca con la firma di Lenci In mostra alla galleria Herman Ceramiche e disegni da mettere nell'arca con la firma di Lenci Folta di presenze naturalistiche, personalmente interpretate pur rispondendo a un'idea che le accomuna, la mostra della «Berman» (via Arcivescovadio 9, sino al 7 marzo) propone un vasto e variegato «Bestiario», tutto in ceramica o in ariosi disegni, spesso deliziosamente acquerellati. Quasi un'arca di Noè, targata «Lenci». Era questo, com'è noto, il nome depositato nel 1919 da Helen Koenig Scavini come marchio d'una produzione che nella sua flessibilità comprese le famose bambole vestite d'un panno, anch'esso «Lenci», che segnò un'epoca, anzi un gusto e una sensibilità cui poteva anche calzare il motto «Ludus est nobis constanter industria» che aveva fornito il nome. Per Torino e il suo mondo artistico divenne addirittura un punto di riferimento, sollecitando la grazia e la fantasia in cui si sono espressi non pochi artisti tra i quali, gli «animalisti» per eccellenza, Felice Tosalli e Mario Sturarli, e con loro altri, dalla stessa Elena Scavini a Fany, da A. Iacopi a T. Deabate, quando il pezzo non fosse accompagnato che dal marchio di produzione e dal simbolo dell'autore del decoro. C'è da incantarsi di fronte ai «Tuffetti» di Tosalli, perché la sperimentata bravura con cui l'artista lavorava il legno, sino a trarne forme e colon che con ogni finezza coinvolgevano la struttura stessa della lignea ve- natura, ha trovato nella ceramica una sorta di equivalenza data dai riflessi luminosi. D'altra parte si sa come anche Mario Sturarli disponesse d'una autentica sapienza naturalistica senza la quale non ci sarebbero né il «Galletto» né le «Galline portafiori». Ciò che ciascuno poteva metter di suo, stava già nell'invenzione lieve di quei disegni e acquerelli che d'un animale eran spesso capaci di fare un personaggio: come nel felicissimo «Sorco pirata» firmato Ghigo. Angelo Dragone «Pinguini», ceramica

Luoghi citati: A. Iacopi, T. Deabate, Torino