Respinto manda un killer di A. Con.

Respinto, manda un killer Un giovane vendica l'amore finito usando il clan dei catanesi Respinto, manda un killer Prima rapiscono il cagnolino alla ragazza per intimidirla Il padre protesta e lo feriscono con tre colpi nel suo garage Un killer professionista, per vendicare un amore finito. C'è una storia assurda ed incredibile dietro al ferimento di Francesco Pastore, 39 anni, raggiunto da tre colpi di pistola il 21 marzo scorso, mentre usciva dal suo garage di via Frejus. L'hanno scoperta i carabinieri della compagnia San Carlo, agli ordini del tenente Paolo Zito, che hanno ottenuto dal giudice istruttore Ausiello ordini di custodia cautelare per tre malviventi, due dei quali ex esponenti del clan dei catanesi. In carcere sono Giuseppe Patti, 35 anni, da Catania, Giuseppe Maugeri, 37 anni, anche lui da Catania, ed il foggiano Antonio «Tony» Larossa, 32 anni. Sarebbe quest'ultimo l'istigatore ed il mandante del ferimento di Pastore. Il Larossa aveva infatti una relazione con la figlia del ferito, Antonietta, 18 anni. Una storia tumultuosa che la ragazza, ad un certo punto, decide di interrompere. Ma «Tony» non ci sta: rapisce il cagnolino della ragazza, per costringerla ad eccettare un appuntamento. Qui, anziché consegnarle l'animale, le spara un, colpo di pistola, per fortuna a vuoto. Il padre di Antonietta reagisce: va a spiegare, chiaro e tondo, allo scatenato ex fidanzato che sua figlia deve essere lasciata in pace. Per tutta risposta il ragazzo, che considera l'uomo fra i responsabili della fine della relazione, avrebbe incaricato Giuseppe Patti di «dargli una lezione». Francesco Pastore è raggiunto da tre colpi di pistola, uno dei quali gli ha provocato una paralisi a un braccio. La vicenda viene scoperta dai militari della San Carlo nell'ambito delle indagini su un episodio ugualmente grave: un sequestro di persona a scopo di ra¬ pina, di cui è stata data notizia soltanto ieri. Risale a due mesi dopo il ferimento del Pastore. Il 25 maggio scorso, Larossa, Maugeri e Patti organizzano un colpo. Vittima predestinata è Antonio Giacomello, titolare della Chemintor di Moncalieri. Il Larossa, che è stato a lungo dipendente di quella ditta, sa che ogni mese l'uomo va a ritirare ima somma variabile fra 50 e 100 milioni, in contanti, per gli stipendi. Ed il 25, giorno di paga, i tre sequestrano l'imprenditore all'uscita della banca. Ma il colpo fallisce perché il direttore dell'istituto di credito aveva pregato il Giacomello «di andare a prendere un caffè» mentre i cassieri preparavano il contante. I rapinatori si devono accontentare di poche centinaia di migliaia di lire. I tre arrestati hanno tutti un palmo di precedenti. Il più noto è Giuseppe Patti il cui arresto, con mezzo miliardo di eroina nell'83, consentì ai carabinieri di arrestare Giovanni Tornatore, Francesco e Roberto Miano. Anche Maugeri (per anni la fedele «spalla» di Patti) e Tony Larossa hanno numerosi precedenti per droga. Ultimamente «lavoravano» tutti nel settore della cocaina, costretti a lasciare il mercato dell'eroina dalle minacce dei calabresi, gli ormai incontrastabili re della droga a Torino, [a. con.]

Luoghi citati: Catania, Moncalieri, Patti, Torino