Con Belmondo e Vanzetta è in festa l'Italia dello sci di Cristiano Chiavegato

Con Belmondo e Vanzetta è in festa l'Italia dello sci Alle Olimpiadi un argento e un bronzo nelle gare di fondo Con Belmondo e Vanzetta è in festa l'Italia dello sci LES SAISIES DAL NOSTRO INVIATO Alle Olimpiadi invernali il bottino s'ingrossa. Il mondo dello sci applaude la pattuglia azzurra del fondo che conquista due medaglie: una d'argento con Stefania Belmondo, una di bronzo con un commovente Giorgio Vanzetta. E così l'Italia sale a quota sei, record azzurro ai Giochi invernali, dopo i cinque piazzamenti sul podio di Calgary. Non stiamo a guardare la qualità del metallo prezioso: a Grenoble '68 Monti vinse due volte nel bob, Nones la 30 km di fondo, Erika Lechner nello slittino, quattro ori. Ma adesso siamo soltanto a metà percorso e i risultati qui sembrano più corali. Il secondo posto ottenuto ieri da Stefania Belmondo nella combinata non è stato certo il frutto di circostanze fortunate. Lo «scricciolo» di Pietraporzio, la maestrina dagli occhi azzurri, sembra destinata a far da apripista allo sport bianco al femminile: prima azzurra a vincere i Mondiali juniores, prima a conquistare l'argento ai Mondiali veri, prima a vincere in Coppa. Una miniatura di gigante che dai suoi 157 centimetri di altezza e da 46 chili di peso trae forza inesauribile, tutta agilità, muscoli e cuore. La sua gara sui 10 chilometri, in cui ogni concorrente partiva con i distacchi accumulati nella «5 km» di giovedì, è stata esemplare. Nel senso che ha adottato l'unica tattica possibile: attaccare. Partita all'inseguimento in quarta posizione, con 12" di handicap, ha prima agganciato la Vialbe, poi con la russa ha raggiunto le due battistrada, Lukkarinen e Egorova. Sino al passaggio dei 6500 metri la Stefi ha fatto di tutto per liberarsi delle rivali. Ha provato in salita e in discesa, con scatti e allunghi. Ma alla fine ha un po' pagato lo sforzo. Liubov Egorova, cui non si addice molto il nome di battesimo che significa «amore», visto che nei suoi occhi c'è solo furore agonistico, se ne è andata di forza in salita, simile alla protagonista di uno spot per un prodotto energetico. Poteva essere la botta decisiva, da contraccolpo psicologico. Invece la nostra «Belfbndo», così l'anno ribattezzata i suoi tifosi, in discesa ha abbandonato la sua ormai eterna rivale, Elena Vialbe, per andare a conquistare con ampio margine il suo primo argento olimpico. Dietro a Stefania, un'onesta prestazione delle altre azzurre: decima Di Centa (con bronchite), sedicesima Paruzzi, ventesima Bice Vanzetta. Sulla carta una formazione da medaglia per la staffetta di domani. Ma la chance più concreta di tornare sul podio per la Belmondo arriverà nella 30 km di venerdì prossimo, quando ancora una volta sarà di fronte a Egorova, Vialbe, Lukkarinen, Lasutina Nilsen e compa¬ gne. Per batterle. L'esaltante giornata tinta d'azzurro e condita a tratti da neve e pioggia ha sconfitto pure una maledizione che da sempre perseguitava Giorgio Vanzetta, classe 1959, l'eterno sconfitto del nostro fondo. Vedere il trentino sul podio accanto al vincitore, il norvegese Bjorn Dahelie, e all'altro fuoriclasse del Paese scandinavo, Vegard Ulvang, con la mano ferma sulla sua medaglia di bronzo, ha provocato non poca commozione e persino una lacrima sul volto di uno degli skimen della squadra nazionale. Un piazzamento costruito nell'infernale inseguimento agii uomini di testa. E' stato Albarello, impegnato in una gara che con questa particolare formula ad handicap non sente sua, a dare il ritmo alla prima parte della 15 km. Il valdostano ha raggiunto presto Ulvang, partito con 19" di margine, trascinandosi dietro lo svedese Majback e Dahelie. Per circa 6 chilometri Marco ha dettato legge, poi ha dovuto dare strada a Dahelie. Dal gruppo degli inseguitori Vanzetta, che era partito m settima posizione, ha bruciato prima Jonsson poi Majback in crisi. Quindi ha raggiunto Ulvang e Albarello. Dahelie è andato a vincere con vasto margine e gli altri tre duellanti, Ulvang, Vanzetta e Albarello si sono giocati le altre due medaglie. Nello sprint Marco, sfinito, ha dovuto lasciare il terzo posto a Giorgio, per una volta forse senza troppi rammarichi. E dietro, non bisogna dimenticarlo, il giovane Silvio Fauner, ventitreenne di San Pietro di Cadore, ha centrato un ottimo settimo posto, davanti a molti «mostri» consacrati, uno per tutti il russo Smirnov. Purtroppo fra tante note positive, quella negativa di De Zolt. In gara solo per allenarsi, ha abbandonato dopo tre km, accusando ancora problemi di respirazione. Il suo posto in una staffetta ambiziosa, visti i piazzamenti di ieri, sarà preso da Pulié. Ma ciò che preoccupa è soprattutto la condizione m cui il veterano bellunese affronterà sabato la 50 chilometri. Il Grillo ci ha abituati ai colpi di scena. Speriamo che anche in questa occasione, l'ultima, sia capace di ripetersi. Cristiano Chiavegato Stefania Belmondo, un bacio agli sci dopo l'argento sui 10 km Giorgio Vanzetta, 3° posto nel 15 km allo sprint davanti ad Albarello

Luoghi citati: Italia, Pietraporzio, San Pietro Di Cadore