Folena, l'indagatore delle parole

Folena, l'indagatore delle parole E' morto a Padova il grande studioso della nostra lingua. Aveva 72 anni Folena, l'indagatore delle parole Fra dialetti, poesia e musica cercava la civiltà EA recente pubblicazione del Linguaggio del caos (Bollati Boringhieri), una raccolta di saggi sulle varietà linguistiche del nostro Rinascimento, ha confermato definitivamente, se ve ne fosse stato bisogno, la prima e suprema qualità del grande studioso della nostra lingua Gianfranco Folena, scomparso venerdì sera a Padova dopo lunga malattia. Folena sì, inseguiva e insegnava vicende di parole, formazioni e caratteri di stili, evoluzioni di forme: ma tutti non erano per lui che episodi significativi, addirittura spaccati della civiltà italiana. Folena è un vero storico. Dalle linee di tendenza e soprattutto dalle discrepanze e dagli scontri fra i diversi livelli idiomatici e culturali fa emergere caratteri di fondo della società, spesso opponendo al chiuso, allo statico, all'armonico dei livelli elevati e letterari, l'aperto, il convulso, il dinamico del fronte opposto. Le tendenze della lingua consuonano sempre con quelle dei momenti storici e il sentimento della parlata è sentimento del sociale. Perciò nella sua lunga carriera, si direbbe militanza di italianista (nato a Savigliano nel 1920, Folena studiò a Pisa con Giorgio Pasquali e Bruno Migliorini, poi dal '54 insegnò per trentacinque anni Storia della Lingua italiana e Filologia romanza a Padova), ha sempre indagato anche i linguaggi tecnologici e scientifici accanto a quelli letterari; ha studiato i dialetti, soprattutto il veneto (Culture e lingue nel Veneto medievale, Editoriale Programma, 1990) non meno che l'Arcadia del Sannazzaro, il Piovano Arlotto non meno che il Giovio. Si può persino scoprire una «partecipazione politica» nei suoi libri, l'alta politica della storia. Esemplare il grosso volume di studi settecenteschi L'italiano in Europa (Einaudi, 1983), ove Folena proietta la nostra lingua oltre i suoi confini, poiché riconosce nel secolo dei Lumi l'inizio dell'italiano moderno e la sua impronta europea. Da questi due fattori di ampia estensione in entrambe le direzioni, cronologica e .geografica, nascevano per lui quelli che Polena stesso ha definito una «passione» e un «interesse»; e la prima soprattutto, sorvegliata da una preparazione ingente e da un metodo rigoroso, lo faceva ripiegare a riflettere sul comportamento e sulla mentalità dell'Italiano con la I maiuscola mentre analizzava e descriveva la sua lingua. Ne risulta, fra Beccaria e Mozart, una rete fitta e complessa di scambi linguistici, di prestiti da un versante all'altro delle Alpi e da un genere letterario all'altro, dalla poesia alla musica, dalla commedia al melodramma: un Goldoni che scrive in ve¬ neto per il teatro e in francese per le Memorie, e un Voltaire che per le sue lettere d'amore adatta al proprio stile un italiano apparentemente aulico ma malizioso, con improvvisi scarti verso il basso. In questa sfera d'interessi s'inquadrano anche gli studi di Gianfranco Folena sul problema della traduzione, in primo luogo quel Volgarizzare e tradurre del '73, che Einaudi ha riproposto fra i suoi Saggi brevi lo scorso anno. Lo studioso vi ripercorre la storia del vocabolo stesso che designa la traduzione, giungendo e soffermandosi sull'avvento in età umanistica del verbo «tradurre» in sostituzione di quello medioevale di «trasferire», che indica una nuova coscienza, una libera creatività e una vigorosa connotazione estetica anche nel far passare un'opera letteraria da un mezzo linguistico a un altro. Una parola rispecchia ancora una volta una coscienza. Questo magistero soprattutto mancherà alla linguistica italiana e non solo alla linguistica con la scomparsa di Gianfranco Folena, uomo di straordinario fervore e impegno, di rara generosità umana e intellettuale, quindi di molti amici ora intristiti. Gianfranco Folena ha insegnato per 35 anni a Padova. Ha sempre indagato anche i linguaggi tecnologici e scientifici accanto a quelli letterari

Luoghi citati: Europa, Padova, Pisa, Savigliano, Veneto