Israele, massacro sotto la tenda di E. St.

Israele, massacro sotto la tenda Le vittime erano emigrate dalla Russia. Arens: è un agguato di «Al-Fatah» Israele, massacro sotto la tenda Blitz con asce e forconi, sgozzate 3 reclute TEL AVIV. Un commando di tre arabi, armati di coltelli, asce e. forconi, ha ucciso tre soldati israeliani e ne ha ferito un quarto in un campo di addestramento situato a quattro chilometri dalla linea verde, che divide il territorio di Israele dalla Cisgiordania. Secondo fonti anonime dell'esercito dello Stato ebraico, l'azione - condotta l'altra notte - sarebbe stata compiuta da attivisti islamici oppure da esponenti del gruppo estremista palestinese «Pantere nere». In serata, però, il ministro della Difesa Moshe Arens ha imputato la responsabilità dell'attacco a «Al-Fatah», il gruppo maggioritario dell'Olp. E' la prima volta dall'inizio dell'Intifada che dei militari vengono attaccati in una base posta al di fuori dei territori occupati. In passato, infatti, tutti gli attacchi di questo genere erano stati compiuti da guerriglieri provenienti dalla Giordania o dal Libano. Secondo le prime testimonianze, una recluta è stata uccisa mentre dormiva in una tenda, mentre un'altra, accorsa per vedere cosa stava accadendo, è stata colpita a morte con un forcone. L'operazione ha gettato più di un dubbio sulle misure di sicurezza adottate al campo e sulla preparazione dei soldati. Un soldato ha raccontato che i nuovi coscritti sono del tutto impreparati: «Ho visto un uomo di 30 anni piangere. Non sanno neppure caricare una pistola». A quanto pare, però, una delle reclute è riuscita a sparare in aria per avvertire i commilitoni e poi a far fuoco sugli aggressori, uno dei quali sarebbe rimasto ferito. Il commando, comunque, è riuscito a portarsi via tre fucili automatici di fabbricazione americana e uno israeliano. L'attacco è avvenuto verso l'una (le 24 italiane), ma la notizia è stata resa nota diverse ore dopo a causa della censura militare. Le ricerche, iniziate immediatamente, coprono ora tutta l'area circostante al campo, costituito da una decina di tende. I bengala hanno illuminato le colline per tutta la notte, mentre gli elicotteri hanno sorvolato a lungo la zona e battitori beduini hanno cercato di rintracciare il percorso dei fuggiaschi con l'aiuto dei cani. Nel frattempo, a Ein Ibrahim e nel vicino villaggio di Muawiya la polizia ha fermato e interrogato una decina di arabi. Il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano, il generale Ehud Barak, ha precisato che i tre soldati assassinati sono ebrei ex sovietici (il campo, infatti, viene utilizzato per addestrare le reclute arrivate dall'ex Urss). L'attacco è stato condannato da tutte le forze politiche e la prossima settimana sarà oggetto di un dibattito urgente alla Knesset. In attesa del dibattito in Parlamento, il deputato del Likud Zani Hanegbi ha preannunciato che chiederà che la leg¬ ge vigente sia emendata in modo da imporre la pena di morte «ai responsabili di atti di terrorismo di particolare ferocia». Molti osservatori, intanto, non escludono che il gesto terroristico abbia in qualche modo a vedere con il terzo round dei colloqui di pace bilaterali per il Medio Oriente fissato per il 24 febbraio a Washington. [e. st.]

Persone citate: Arens, Ehud Barak, Fatah, Hanegbi, Moshe Arens, Zani