Il grande vecchio vuol sfidare Bush

Il grande vecchio vuol sfidare Bush PRESIDENZIALI USA Il senatore del Texas, «vice» di Dukakis: se il partito mi chiama io sono pronto Il grande vecchio vuol sfidare Bush Per i democratici scende in campo LloydBentsen WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il senatore Lloyd Bentsen, uno dei pesi massimi del partito democratico, ha fatto sapere di essere pronto a scendere in campo per le Presidenziali di novembre, se il partito lo chiamerà. Mancano due giorni alle primarie del New Hampshire e, mentre gli indici di popolarità di Bush continuano a scendere, tra i democratici cresce l'angoscia per non avere un candidato credibile da opporgli, essendo ormai Bill Clinton virtualmente fuori corsa e l'attuale capo-fila, Paul Tsongas, un politico «regionale» senza possibilità di attrarre voti nel Sud e nell'Ovest. Nel quartier generale del partito vengono così prese in considerazione tutte le alternative possibili, che, al momento, sono ristrette a tre: Mario Cuomo, che però insiste nel dichiararsi fuori corsa, il capogruppo alla Camera Richard Gephardt, anch'egli tuttora indisponibile, e, appunto, Bentsen, che, restio fino a due giorni fa, sembra aver cambiato idea. «Mi ha detto personalmente che, se i) partito vuole, lui è pronto», ha dichiarato il vicecapogruppo repubblicano al Senato, Wendell Ford. «Io penso ha aggiunto - che Bentsen abbia il desiderio e la fibra morale per assolvere a questo compito». Bentsen, 71 anni, senatore del Texas da oltre 20 dopo esserne stato deputato dal '48 al '54, fu scelto, proprio per l'alta rappresentatività della sua figura e il grosso patrimonio di voti che controlla, da Dukakis come suo potenziale vice-presidente nell'88, quando prevalse la coppia Bush-Quayle. Ma a perdere fu Dukakis, non Bentsen, così come a vincere fu Bush e non Quayle, che Bentsen distrusse in un famoso confronto tv. Il punto debole di Bentsen, un moderato il cui messaggio potrebbe attrarre un vasto spettro di elettori, è l'età, o meglio il fatto di non avere il fascino di un personaggio nuovo. Ma si tratterebbe certamente di un candidato solido, soprattutto per una ragione che lo rende elettoralmente preferibile allo stesso Cuomo: il fortissimo seguito tra gli elettori del Sud, nei potenti Stati della «cintura del sole», la più popolosa. Cuomo, sicuramente più brillante di lui, appare piuttosto logorato dalle sue stesse incertezze e circonvoluzioni, mentre la sua candidatura (peraltro da lui negata anche come possibilità) è ormai legata a un ripescaggio all'ultimo momento alla Convenzione del 13-16 luglio a New York, ipotesi molto complessa. Ma, soprattutto, se Cuomo ha buone speranze di attrarre voti nella parte Est del Paese, resta un illustre sconosciuto nel Centro-Sud, appunto il Texas, e in tutto il West, con forse l'eccezione di alcuni gros- si centri urbani della California. Il grande vantaggio di Gephardt, 51 anni, deputato del Missouri, è la freschezza e l'immagine di politico emergente. Ma Gephardt non vuole bruciarsi e ha fatto altri piani, sperando di succedere a Thomas Foley come presidente della Camera dei Rappresentanti. Potrebbe sempre cambiare idea. I tempi, però, stringono. Martedì saranno già scaduti i termini per le candidature nelle primarie di ben 27 Stati. E l'ipotesi di un ripescaggio in Convenzione è sempre un terno al lotto. Anche se destinati a una sconfìtta certa, i candidati di partenza, che hanno raccolto fondi e sudato per mesi, esponendosi anche a pesanti colpi bassi, non si tireranno da parte facilmente. E' il grande vantaggio di Bush, che questo fine settimana, accreditato di un appoggio ancora in calo, solo il 41%, si è precipitato in New Hampshire per salvare il suo futuro combattendo con le unghie e con i denti. E' opinione corrente, corroborata da molti episodi del suo passato, che l'insicuro Bush dia il meglio di sé proprio quando costretto al corpo a corpo. Adesso deve dimostrare che questa opinione è fondata. Martedì vincerà sicuramente, ma una vittoria troppo risicata potrebbe infliggergli un danno irreparabile. Paolo Passarmi

Luoghi citati: California, Missouri, New Hampshire, New York, Texas, Usa, Washington