Manila ruggisce un altro vulcano di Foto Epa

Manila, ruggisce un altro vulcano I sismologi filippini annunciano un Pinatubo bis alle porte della capitale Manila, ruggisce un altro vulcano Sta per esplodere, migliata in fuga La grande eruzione che si prepara nelle Filippine attorno al vulcano Taal, dicono i sismologi, potrebbe essere una Pompei orientale; per bene che vada sarà una replica del disastro del Pinatubo, che l'anno scorso fece ottocento morti e seppellì di lava e lapilli la base americana di Clark, novanta chilometri a Nord di Manila. Ma anche se l'esodo dalla zona, già in atto, eviterà perdite umane, niente si potrà fare per prevenire a Taal un bis del disastro ecologico che il Pinatubo provocò: una nube di cenere di dimensioni planetarie che rovinò i raccolti in tutto l'Oriente e diede un terribile contributo alla distruzione della fascia di ozono, quella che protegge la vita sulla Terra dai micidiali raggi ultravioletti. Brutte notizie per l'ambiente globale, dunque; ma soprattutto bruttissime notizie per la gente di Luzon, la più settentrionale delle Filippine. A far paura è un vulcano che emerge su un'isola al centro del lago Taal, 55 chilometri a Sud della capitale, con un impressionante ornamento di 35 coni e 47 crateri. Nelle ultime 48 ore le scosse sismiche sull'isoletta sono state quattrocento, sempre più forti. Altro segno premonitore, che ha seminato il panico: le acque del lago si stanno rapidamente riscaldando. L'Istituto di vulcanologia di Manila ha esortato la popolazione a fuggire altrove, temendo un'esplosione «entro qualche settimana». Esortazione superflua: la gente stava già scappando in massa, anche perché il Taal ha un curriculum di due catastrofiche eruzioni in questo secolo. Tuttavia qualche irriducibile sembra sia rimasto a far la guardia ai campi resi partico¬ larmente fertili dal suolo vulcanico. Per loro è forte il rischio di finire come i 2 mila uccisi dal Taal nel 1901, e i trecento che ne rimasero vittima nel '65. Ma a correre seri rischi è la stessa Manila. Quando nel giugno '91 eruttò il Pinatubo, che era più distante, la capitale si trovò per giorni avvolta in una scura nube di cenere (i cui lembi arrivarono peraltro fino a Singapore e Seul, a migliaia di chilometri). La lava del vulcano sommerse la base aerea americana di Clark, pericolosamente collocata proprio sulle pendici del monte; numerose città, fra cui Angeles, San Fernando e Olongapo, e l'altra base americana, quella navale di Subic Bay, subirono un bombarda¬ mento di lapilli grossi come palle da tennis scagliati a cinquanta chilometri di distanza. Rispetto al Taal, insomma, Manila sembra a portata di tiro. Dal ventre del Pinatubo, con la lava e la cenere uscirono anche fenomenali nubi di gas. Fra i composti che vennero scagliati negli strati alti dell'atmosfera, particolari effetti sono stati attribuiti a quelli dello zolfo e del cloro. Nella stratosfera, a contatto con goccioline d'acqua, l'anidride solforosa si trasforma in acido solforico. Sotto forma di aerosol, le particelle di acido emesse da un'eruzione vulcanica rimangono sospese e formano una sottile nube che nel giro di qualche mese può avvolgere tutto il pianeta. Le goccioline ghiacciate rifrangono la luce solare. E' controverso quale ne sia l'effetto sul clima. Secondo alcuni studiosi ciò potrebbe contribuire a surriscaldare l'atmosfera. I più ritengono invece che riducendosi la quantità di luce e di calore che arriva al suolo, il risultato sia quello di contrastare l'effetto-serra. A riprova di ciò, si cita il fatto che fra il 1982 e l'85 il trend ascendente della temperatura globale è rallentato, in coincidenza con la grande eruzione del vulcano messicano El Chichon. Il Taal avrebbe un analogo effetto positivo. Su un fatto però tutti gli studiosi sono d'accordo: un altro gas emesso dalle eruzioni, il cloro, è un killer di quell'ozono che ci protegge tutti dall'eccesso di raggi solari ultravioletti. Una sola molecola di cloro può distruggerne centomila di ozono. Se il Taal esploderà, come i vulcanologi danno per imminente, sarà una mazzata per l'ambiente globale che ancora sta pagando i conti del Pinatubo. Proprio all'eruzione del giugno scorso i meteorologi attribuiscono il preoccupante «buco» nella fascia di ozono che questo mese è stato segnalato, per la prima volta, anche nell'emisfero settentrionale del pianeta. Sommando i suoi effetti a quelli del Pinatubo, l'eruzione del Taal ci condannerebbe a un'estate da passare all'ombra. Luigi Grascia Ecco una drammatica immagine dell'eruzione del Pinatubo vulcano Taal prepara un disastro analogo [FOTO EPA]

Persone citate: Taal

Luoghi citati: Fernando, Filippine, Manila, Pompei, Singapore