Fuorilegge le scuole in Italia di Francesco Grignetti

Fuorilegge le scuole in Italia La Cassazione estende agli edifìci le norme anti-incendio, rischi di chiusura Fuorilegge le scuole in Italia A Potenza liceo e magistrale sequestrati dal magistrato Il ministro: «Stiamo provvedendo, pronti500 miliardi» ROMA. Due scuole, il liceo Fiacco e la magistrale Gianturco, a Potenza, le hanno già chiuse. «Non ci sono le strutture antincendio», la motivazione della magistratura. Altri istituti potrebbero essere sequestrati nei prossimi giorni. L'intera scuola italiana si trova allo scoperto: una sentenza di Cassazione ha esteso agli edifici scolastici le norme antincendio. E rivela che nel nostro Paese, le scuole materne, elementari, medie e secondarie non hanno mai preso in considerazione il problema del fuoco. «Pura incoscienza», sostiene il Codacons, l'associazione legale a difesa dei consumatori che ha sollevato il problema dell'antincendio nelle procure di mezza Italia. «Stiamo provvedendo», si giustifica il ministro della Pubblica Istruzione, il de Riccardo Misasi. La sentenza della Cassazione risale a qualche mese fa. Esaminando un ricorso, la corte ha fatto un semplice ragionamento: si tutelano i lavoratori imponendo alle imprese molte norme di sicurezza (bocchettoni per idranti, porte metalliche con i maniglioni, scale esterne, estintori) e invece niente nelle scuole. Ma insegnanti e studenti non vanno tutelati? Al contrario. Da qui l'estensione: la stessa legge che vige per i luoghi di lavoro (e per i luoghi di svago come cinema e teatri) deve tutelare anche le scuole. «Ci vogliamo dimenticare sostiene il Codacons - la tragica realtà della scuola di Casalecchio sui Reno, vicino Bologna, quando la caduta di un aereo militare provocò tra i ragazzi tante morti inutili, anche per mancanza delle scale antincendio? Pochi miliardi basteranno per adeguare gli istituti scolastici alla normativa di sicurezza». Pochi miliardi? Il ministro della Pubblica Istruzione, Misasi, ammette che il problema è impellente, che lui non lo ignorava, ma invita alla pazienza e alla fiducia. «La situazione dell'edilizia scolastica nel nostro Paese - ammette pur con molta cautela - presenta aspetti molto differenziati. Comunque, nel complesso, la condizione dell'edilizia scolastica denuncia carenze e insufficienze». Non si scopre nulla, insomma. Si sapeva che gli edifici scolastici sono vecchi, cadenti, spesso antigienici. Anche insicuri. E per questo motivo è stato deciso di recente un super-investimento di 1500 miliardi. «Nel dicembre scorso è stata approvata una legge, a questo proposito, che ha avuto un lungo iter procedurale - prosegue Misasi -. I fondi stanziati non sono certamente adeguati, ma la condizione difficile della finanza pubblica non ha consentito di risolvere in modo pieno e compiuto tale problema. Nella prossima legislatura si dovrà fornire una risposta più organica». I soldi sono stati stanziati due mesi fa. Adesso arriveranno, con la consueta lentezza, alle Regioni perché poi queste finanzino Comuni e Province che materialmente sono responsabili degli edifici scolastici. In particolare, comunica il ministero, è stato deciso che 1125 miliardi dovranno servire per l'adeguamento alle norme di «sicurezza, igiene e agibilità»; altri 300 miliardi serviranno per migliorare le scuole sistemate in palazzi che non sono di proprietà pubblica; gli ultimi 75 miliardi andranno ai pochi istituti proprietari delle loro mura. «E' una babele di proprietà commenta uno dei responsabili del Codacons, l'avvocato Patrizio Pavone - e di responsabili. Nemmeno i provveditorati agli, studi conoscono bene la situazione delle loro scuole. Noi, con un questionario alle scuole materne ed elementari romane, scoprimmo che erano innumerevoli i casi di edifici con bagni rotti, con porte sfondate, con gli impianti elettrici fuori sicurezza. Figurarsi sul fronte antincendio». Il Codacons, con la sentenza della Cassazione alla mano, si è rivolta alle diverse Procure della Repubblica. Adesso canta vittoria per il sequestro di Potenza. Voi del Codacons vi aspettate che altre scuole chiudano? «Meglio farlo presto. E subito avviare i lavori». Francesco Grignetti Il ministro della Pubblica Istruzione, Riccardo Misasi

Persone citate: Gianturco, Misasi, Patrizio Pavone, Riccardo Misasi

Luoghi citati: Bologna, Casalecchio, Italia, Potenza, Roma