Stromberg, un gran finale che incomincia domani

Stromberg, un gran finale che incomincia domani E lo svedese dell'Atalanta, che a maggio darà l'addio all'agonismo, vuole lasciare di sè il ricordo di un campione Stromberg, un gran finale che incomincia domani «Un grazie al calcio italiano, soltanto qui si possono guadagnare tanti soldi» BERGAMO DAL NOSTRO INVIATO Grazie ad alcuni accorgimenti mimetici, chioma alla barbara, gote cespugliose, sguardo da sergente dei marines, Peter Glenn Stromberg, svedese di anni 31, riesce a trasformare il visetto gentile provvisto d'un nasino a patatina, in una faccia da ranger. Fiorisce dunque intorno al suo metro e novantuno le serie dei soprannomi non sempre parenti stretti della realtà etnologica: il vichingo (sebbene gli sia estranea la Norvegia), la walchiria (benché di sesso maschile), addirittura il nibelungo (pur non nascondendo tesori e non essendo palesemente un nano). Stromberg ha deciso di abbandonare l'attività agonistica a fine stagione. Perché, che cosa gli è preso? «Mi son fatto un discorsetto. Sei stato un bravo giocatore, in alcuni momenti anche un gran bel giocatore. Devi conclu¬ dere la carriera in modo degno. Non trascinarti in territori dove non puoi più essere lo Stromberg che ammiri. Chiudi in bellezza, lascia un buon ricordo di te. Vuoi forse aggirarti nelle categorie minori, cerchi per caso un impiego che ti illuda d'essere ancora un ragazzo? No. E allora, coraggio, fermati». Ma gli ultimi mesi devono essere splendidi, possibilmente i migliori: facile a parole, difficile ad eseguire. «Ma non impossibile. La volontà c'è. E siccome ogni fine ha un principio, l'inizio dell' ultimo atto luminoso comincia da Torino, dalla Juventus. Aspiro a una grande partita». Otto anni all'Atalanta. Bergamo possiede un magnetizzante segreto?, ha trovato qui qualcosa che gli rammenta (non si sa mai, la vita è varia) la natia Bramaregarden o Goteborg la città delle prime pallonate sotto la guida di Eriksson? Macché. «Sto benissimo a Bergamo, come sta¬ vo benissimo a Lisbona, nel Benfica. Sono rimasto perché mi andava la società, mi andava la gente e mi rasserenava una certa quiete che si addice al mio carattere. Odio la confusione. Per esempio, preferisco la notte al giorno. La decisione di ritirarmi l'ho presa di notte e all'alba ho chiamato i miei genitori. E ce lo SPORTINERIA Venduti in extremis altri diritti tv di Albertville: si va dai 150 mila dollari pescati in Nuova Zelanda ai 10 mila in Paraguay, ai 5 in Trinidad, ai 3 nelle Bahamas. Basta aspettare e si compra bene, come dopo Natale. I Giochi economicamente sempre più saldi possono perméttersi saldi che sembrano giochi. comunichi a quest'ora? Li ho svegliati alle cinque. Adesso tornate a sognare, gli ho detto. Buona notte, Peter. Ho chiuso gli occhi soddisfatto». Otto anni in Italia, un veterano degli stranieri, secondo soltanto a Cerezo. Com'è questo nostro ammiratissimo campionato, se l'è davvero goduto? «n calcio ha fatto di me un uomo fortunato. Ho vinto tanto, con il Benfica lo scudetto, con il Goteborg la Coppa Uefa. Con l'Atalanta ho vissuto l'illusione della semifinale di Coppa delle Coppe, anche quello fu un traguardo da mandare a memoria, perché esiste sconfitta e sconfitta: la gente allo stadio non era umiliata. Dal calcio italiano ho avuto probabilmente più di quanto io gli abbia dato. Eccesso di euforia, terremoto di umori, tifo incendiario? Benissimo. E' il cocktail che ho accettato, in nessun altro posto avrei guadagnato ciò che ho guadagnato da voi. Dolori? An¬ che dolori. Quando v3trócedemmo persi molti amici, sentii la solitudine, poi l'Atalanta mi offrì un nuovo contratto. Vedi, dicevo, non ti abbattere, hai indovinato il posto giusto, è qui la tua casa. La televisione? Basta non andarci. La stampa aggressiva? Basta rispettarla e ti rispetta. Lo stress, le pressioni? Startene a casa e ascolta i Rolling Stones, Peter. Suona la chitarra e bevi birra ghiacciata, non troppa, quanto basta a sussurrare uhm, che piacere. Birra, pane di segale e burro. Poi mettiti un po' al volante, rilassati su mia Ferrari. Dalla Ferrari alla Porsche e dalla Porsche al fuoristrada. Il calciatore Stromberg e l'uomo Stromberg: sono riuscito in un'equa divisione delle parti. Ottima l'Italia, ottimo campionato». E il futuro? «Nessun programma preciso. Il futuro voglio scoprirlo un po' alla volta». Gianni Ranieri